Caserma Gnutti, il progetto attende l’intesa sulla ex chiesetta
Che dovesse necessariamente fare i conti con il rispetto di forme e linee dettate da una storia secolare era pressoché scontato: non a caso l’interlocuzione con la Soprintendenza si protrae ormai da anni. E ora, dopo un teorema di incontri in via Gezio Calini (l’ultimo ieri mattina), qualcosa si è mosso: la ex caserma che celebra la memoria di Serafino Gnutti ha quasi tutte le carte in regola per iniziare il «terzo tempo» della sua vita.
Perché quasi? Perché sebbene l’ostacolo parcheggi sia stato superato, a tenere in ostaggio il progetto è ora il futuro della ex chiesetta di San Bartolomeo. Un futuro che potrebbe «chiamare in causa» anche la Loggia.
Convento prima e caserma militare poi, la piccola cittadella intarsiata nel cuore antico del centro, tra le vie Crispi e Moretto, risale agli inizi del ’700 ed è perciò vincolata dalla Soprintendenza. L’intera struttura è di proprietà di Nibofin, la società immobiliare del valsabbino Gruppo Fondital, che l’ha acquistata dall’Agenzia del Demanio per 9,1 milioni di euro. Nel 2013 era stata proprio Nibofin a lanciare un bando per selezionare il progetto in grado di valorizzare al meglio gli spazi, destinati ad accogliere residenze di pregio.
La prima fase ha visto concorrere una settantina di proposte, quindi la «selezione» della seconda fase (il concorso di idee) è ricaduta su quindici studi professionali. E a spiccare, classificandosi prima, fu l’ipotesi progettuale firmata dalle matite degli architetti dello studio associato «Boschi + Serboli», che ha proposto un intervento sulle superfici di copertura in grado di ricavare una serie di terrazze sulla sommità del vasto complesso, recuperando così anche il sottotetto. Da lì, da quel progetto, è iniziata la nuova lunga corsa che dovrebbe traguardare nella rinascita di quegli spazi.
Il primo problema ad «inceppare» il progetto è stato il nodo parcheggi: inizialmente si pensava infatti di ricavarli realizzando una struttura interrata, ma il rischio di rinvenire reperti era troppo alto. Di qui, la soluzione: nel secondo cortile (quello sul quale si affaccia la ex palestra) sarà ricostruito l’edificio oggi semi-crollato, che verrà sfruttato come autorimessa. Resta, però, al momento aperto il dossier relativo alla ex chiesetta di San Bartolomeo, spazio che la società aveva immaginato di poter «mettere a reddito» immaginando al suo interno un locale o un ristorante. Ed è su questo punto che l’intesa con la Soprintendenza non sarebbe ancora stata raggiunta. L’idea di via Calini, infatti, punterebbe a mantenere la funzione pubblica, trasformando la ex chiesetta in una sorta di «sala-vetrina» della Pinacoteca, collocata proprio al di là della strada.
«Nel Pgt - spiega l’assessore all’Urbanistica Michela Tiboni - tutte le funzioni relative alla Gnutti sono già recepite. L’operazione immaginata dalla Soprintendenza, però, dovrebbe accollarsela il Comune che non ha la forza economica per realizzarla. Una volta trovata la mediazione, l’iter per il recupero della ex caserma sarà rapido: non appena la proprietà depositerà il progetto noi siamo pronti ad avviare il piano attuativo che andrà a definire gli standard urbanistici nella convenzione».
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