Case di riposo, rette bresciane cresciute del 20% in undici anni

Lo rileva il report stilato dalla Fnp Cisl: «Strutture costose e permangono lunghe liste d’attesa»
Un'anziana in una casa di riposo
Un'anziana in una casa di riposo
AA

Dal 2010 a oggi le rette delle Case di riposo sul territorio dell’Ats Brescia sono cresciute del 20%. Circa 10 euro in più al giorno per una retta minima media passata da 45,06 a 54,42 euro e una retta massima media salita da 51,48 a 61,92 euro. Lo rileva il report della Fnp Cisl a proposito dei posti letto cosiddetti «contrattualizzati», ossia quelli per i quali la Regione concorre al pagamento.

Va detto che Brescia si mantiene al di sotto della media lombarda, sia in termini di percentuale di aumento, sia in termini di costo della retta. Il maggior incremento lo ha applicato invece l’Ats Montagna, alla quale afferisce la Valcamonica, ma questo a fronte di rette che restano comunque al livello più basso in regione.

Un sistema, quello regionale appunto, al quale il sindacato non risparmia critiche: «Abbiamo strutture mediamente costose, dislocate a macchia di leopardo e, anche in tempi non normali dovuti al Covid-19, permangono le liste di attesa». «L’aspettativa di vita cresce in Italia - commenta Emilio Didonè, segretario generale del sindacato pensionati della Cisl lombarda - e di conseguenza aumentano gli anziani malati e malati gravi. Se guardiamo al futuro, sappiamo che le generazioni prossime saranno composte da un numero sempre minore di figli, con stipendi più bassi. Come potranno queste famiglie, da sole, farsi carico dei loro anziani? Lo scenario che abbiamo analizzato - prosegue - offre punti di preoccupazione: le rette e i servizi non sono omogenei tra le province. I posti letto con la compartecipazione pubblica della spesa sono diminuiti, mentre sono aumentati i posti con rette a totale carico delle famiglie. Siamo di fronte a un quadro di offerta molto frammentato che non è in grado oggi di rispondere pienamente a una domanda di servizi in crescita continua. Siamo il secondo Paese più vecchio al mondo, e in Lombardia sono circa 367.000 gli over 65 anni con limitazioni funzionali che necessitano di cure e assistenza continua. Occorre quindi un serio ripensamento di tutto il sistema».

Alla fine dello scorso anno i posti letto accreditati nelle Rsa lombarde, cioè i posti letto autorizzati e abilitati, erano 64.933, 502 in più rispetto al 2019 (a Brescia 159 in più). Mentre sono calati ancora i posti letto contrattualizzati: 57.513, novanta posti letto in meno rispetto al 2019. Ovviamente le Rsa con i posti letto contrattualizzati sono le più gettonate dalle famiglie, in quanto il Pirellone contribuisce alla spesa della retta con una cifra variabile, che tiene conto della condizione sanitaria dell’ospite ricoverato in Rsa. Ma in un «mercato» di domanda in crescita, molte strutture hanno ritenuto opportuno aumentare l’offerta proponendo posti letto solventi, cioè a totale carico della persona e della famiglia. Non a caso nel 2020 i posti letto solventi sono saliti a 7.367 unità, con un più 90 posti letto rispetto al 2019.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato