Case di Comunità, Fontana: «Inizia una rivoluzione della sanità»
«Oggi è l’inizio di un percorso rivoluzionario nella nostra sanità». Queste le parole d'esordio del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana all’inaugurazione delle prime Case di Comunità a Nave e a Leno, stamattina.
«Finalmente si può dimostrare cosa rappresenta la riforma che abbiamo approvato pochi mesi fa e che è stata realizzata ascoltando tutte le componenti della nostra sanità - ha detto ancora Fontana -. Andiamo nella direzione di avvicinare le risposte della sanità alle domande dei cittadini evitando di mettere sotto pressione gli ospedali».
Una soddisfazione riecheggiata anche nelle parole della vicepresidente e assessora al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti, anche lei nel Bresciano in queste ore. «Con questa riforma vogliamo attuare una sanità che curi i pazienti, non le malattie - ha detto Moratti inaugurando la prima Casa di Comunità a Nave-. I bisogni dei cittadini cambiano nel tempo, quindi in futuro non sono da escludere delibere di Giunta o di Consiglio che possano attuare modifiche». Per la vicepresidente regionale, «il primo posto di cura dei nostri cittadini è sul territorio: vogliamo potenziare il campo delle cure domiciliari, palliative, disabilità e fascia di popolazione più anziana» ha aggiunto.Per quanto riguarda le figure professionali impiegate nelle nuove strutture volute dalla riforma sanitaria lombardia, ci sarà la figura dell’infermiere di Comunità. Ha spiegato Moratti: «Nel Pnrr ci sono i fondi per poter assumere a livello nazionale 30mila infermieri, alla Lombardia ne spetterà il 17%». Nessuna risposta, invece, alle domande sulla sua possibile candidatura per la presidenza di Regione Lombardia il prossimo anno.
Durante l’inaugurazione, Fontana è intervenuto anche sul primo giorno senza obbligo di mascherine all’aperto. «È l’inizio delle fine di questa maledetta pandemia - ha detto -. È un momento in cui l’impegno di tutti trova finalmente una risposta. Un passo avanti grazie alle vaccinazioni visto che la Lombardia è la prima al mondo per terze dosi inoculate».
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