Cascina Movico, in Procura un socio parla e l’altro tace

L'interrogatorio davanti al magistrato che indaga sulla discarica abusiva
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Spostata la terra e scoperta la discarica a cielo aperto, ora è tempo di individuare e attribuire responsabilità. Capire chi ha disposto l’interramento di 450 metri cubi di rifiuti pericolosi e chi li ha materialmente sepolti in un terreno privato a Capriano del Colle, nella frazione Cascina Movico.

L’Arpa è al lavoro per stabilire se, essendo stati trovati rifiuti fino a sei metri di profondità, sia stata intaccata la falda acquifera. La Procura è invece impegnata a chiudere il cerchio per ricostruire tutto il percorso della montagna di immondizia smaltita in modo illegale. E ieri mattina davanti al sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, titolare dell’inchiesta per discarica abusiva ancora senza indagati, sono comparsi i due soci della Srl che hanno in gestione il terreno. O meglio i due ex soci perché uno, il nipote del proprietario dell’area, ha lasciato la società a giugno.

E proprio in giugno sarebbero iniziati i primi movimenti di camion a Cascina Movico. Quell’andirivieni sospetto che ha portato un componente della famiglia proprietaria del terreno a denunciare tutto con tanto di fotografie delle buche con i rifiuti sepolti, allegate alla denuncia. Ma -a parlare sono gli atti - mentre una parte della proprietà denunciava, un’altra presentava in Comune, con data 17 luglio, la richiesta di lavori di livellamento del terreno finito per la seconda volta in due anni nel mirino della Procura.

Già nel 2015 infatti il procuratore aggiunto Carlo Nocerino, aveva imposto i sigilli dopo un vasto incendio. Ventiquattro mesi dopo, lo stesso terreno è stato nuovamente sequestrato dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani nell’ambito della nuova inchiesta. Per chi ha ottenuto dal Comune il via libera ai lavori, i camion di una ditta bresciana trasportavano ghiaia e sabbia, mentre per la Procura erano carichi di rifiuti, a partire da scorie d’acciaieria.

«Noi con quei rifiuti trovati non c’entriamo» ha detto davanti al magistrato ieri mattina l’attuale socio unico che gestisce il terreno. «Il mio assistito ha oltre 5mila pecore e di mestiere fa questo. Tra l’altro paga l’affitto intero pur potendo utilizzare solo una parte del terreno per via del precedente sequestro» ha spiegato l’avvocato Fausto Pasotti, legale dell’uomo.

I due ex soci si sono solo incrociati al terzo piano del palazzo di Giustizia e hanno scelto strade differenti. Perché se uno ha parlato e rigettato le accuse, l’altro, il nipote del denunciante, assistito dall’avvocato Maria Luisa Mancini si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’inchiesta per fare luce sulla discarica abusiva di Capriano del Colle va avanti. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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