Carta per la buona accoglienza firmata da 8 cooperative bresciane

L'appello di Confcooperative a comuni e famiglie perché sia garantita la possibilità di integrazione ai profughi. Altri 80 in arrivo
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Non ha più i contorni temporanei di un'emergenza l'arrivo dei richiedenti asilo, ma si va stabilizzando. Per questo Confcooperative chiama in causa la società tutta: «Facciamo appello ai comuni, alla comunità e alle famiglie perché prendano atto di questo e facciano ciò che possono e diano a queste persone la possibilità di integrarsi» ha detto Marco Menni, presidente di Confcooperative Brescia.

Questa la situazione oggi: i richiedenti asilo già ospitati a Brescia e provincia sono 2.200, di cui 500 in città; altri 80 arriveranno in queste ore. La maggior parte si trova in 61 strutture di accoglienza. Solo in 17 comuni sono stati attivati progetti di protezione Sprar riconosciuti a livello internazionale, necessari secondo Confocooperative per assicurare la migliore possibilità di integrazione anche nel lungo periodo. Per il presidente Menni «purtroppo ci sono ancora oggi piccoli comuni che hanno molti ospiti e grandi comuni che non ne hanno, perché c'è un ostacolo nella relazione con l'ente pubblico o con la comunità».

Sono circa 500 le persone di cui si stanno facendo carico 14 cooperative bresciane, di cui 70 in Sprar. Di queste, 8 hanno già sottoscritto la «Carta della buona accoglienza delle persone migranti», redatta il 18 maggio dall’Allenaza delle Cooperative, insieme all’ANCI e al Ministero dell’Interno. Un documento che sollecita ad uniformare il comportamento delle Prefetture con la promozione di alcuni bandi tipo nazionali, in cui siano elencati per esempio in maniera specifica tutti i servizi da erogare insieme all’accoglienza e che suggerisce l’avvio di controlli puntuali nelle strutture ospitanti, già avviati nelle cooperative bresciane che hanno sottoscritto il protocollo

 

 

 

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