Caro bollette, i sindaci corrono ai ripari: uffici chiusi e luci abbassate
Il caro bollette non preoccupa solo famiglie e aziende: anche i Comuni del Bresciano si stanno attrezzando per farvi fronte. Gli enti rischiano di trovarsi a pagare bollette gigantesche, costi che rischiano di scombussolare i conti pubblici, un rischio che (ovviamente) non si può correre.
Ecco allora che si corre ai ripari: tra le decisioni più drastiche c’è chi chiude gli uffici il sabato (come Pezzaze), ma pure il venerdì (come Collebeato). Ma siamo solo all’inizio, molti Comuni stanno ancora decidendo cosa fare.
A Collebeato
A Collebeato l’Amministrazione guidata da Angelo Mazzolini ha deciso di dare una sforbiciata ai costi chiudendo gli uffici comunali ogni venerdì e sabato mattina fino al 7 aprile. «I dipendenti lavoreranno in smart working e saranno reperibili in caso di necessità - annuncia il sindaco -, mentre il solo ufficio anagrafe, al fine di non penalizzare i cittadini, sarà aperto il primo sabato di ciascun mese. Siamo certi della comprensione e della collaborazione di tutti».
La scelta è stata presa dopo un confronto con diverse realtà del territorio, tra cui alcune associazioni e l’istituto comprensivo. «Siamo di fronte ad una situazione mai vista prima d’ora - scrive Mazzolini in una nota -, con impatti rilevanti per le famiglie, per le imprese ma anche per il Comune: i costi delle bollette di energia elettrica e gas sostenuti dall’ente locale per gli edifici pubblici (municipio, Palazzo Martinengo, edifici scolastici, palestra, centro civico sportivo e illuminazione pubblica) sono lievitati nel corso dell’anno 2022, tanto che ad oggi la previsione è di un aumento di circa 150mila euro annui a fronte di un contributo di ristoro da parte dello Stato di soli 70mila euro».
Il Comune ha steso un documento per il contenimento dei consumi energetici che prevede l’adozione di due tipologie di misure: comportamentali e amministrative. Quelle amministrative consistono appunto nella chiusura, per i prossimi cinque mesi, degli uffici comunali il venerdì e il sabato con i dipendenti comunali comunque operativi, ma in smart working. Le misure comportamentali sono invece «soft e a costo zero» e si rivolgono al buon senso di chi utilizza spazi pubblici: l’obiettivo è sensibilizzare all’uso razionale e consapevole di energia elettrica e del riscaldamento. «Si tratta di richieste volte ad evitare lo spreco - spiega Mazzolini - come, ad esempio, non lasciare la luce accesa inutilmente, ridurre l’utilizzo di acqua calda, non riscaldare inutilmente gli spazi o spegnere apparecchiature elettriche non indispensabili».
Nella Bassa
Risparmio energetico senza intaccare la qualità dei servizi. Il Comune di Manerbio ha messo in atto nuove disposizioni per quanto concerne la pubblica illuminazione. «Abbiamo deciso - spiega il vicesindaco Giandomenico Preti - di ridurre il tempo di attività elettrica in tutti quei casi non risulta essere fondamentale, questo ci consentirà un risparmio non indifferente, che ci auguriamo vada a tamponare una difficoltà oggettiva che tutti gli enti pubblici stanno vivendo. Basti pensare che il Comune di Manerbio, nel 2019, aveva affrontato una spesa di 620mila euro che nel 2022 è passata a circa 1,4 milioni di euro».
A partire dal primo di ottobre nelle zone residenziali e produttive, a Manerbio l’accensione delle luci è stata posticipata di 45 minuti; le luci votive resteranno spente durante il giorno; le luminarie del Natale, che è ormai alle porte, resteranno accese fino alla mezzanotte. Inoltre da alcuni giorni l’ufficio comunale dei Servizi demografici non ricevono più il pubblico il sabato mattina, ma il giovedì pomeriggio (15.30-18.30). «Questo ci consentirà - prosegue Preti - di chiudere tutto il palazzo comunale dal venerdì alle 13 fino al lunedì successivo, andando così a risparmiare sui costi del riscaldamento».
Scelta analoga nel vicino comune di Leno. Con una delibera di giunta nel giorno di mercoledì gli impiegati comunali opereranno in smart working; al pubblico saranno accessibili solo gli uffici di Polizia locale, Demografici e Servizi sociali. Ma non è finita, le piste ciclabili del paese dalle 22 vedranno spente le luci, così come per l’area verde dell’ex ippodromo. «Stiamo anche valutando - spiega il sindaco Cristina Tedaldi - la possibilità di ridurre l’intensità dei corpi illuminanti».
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In Valtrompia
Anche a Pezzaze è tempo di tirare la cinghia: il sindaco Oliviero Gipponi ha deciso di chiudere il municipio di sabato per contenere i costi energetici. Non solo: «Abbiamo anche spento i fari che illuminano alcuni monumenti sul territorio» aggiunge il primo cittadino. È dallo scorso 10 ottobre che gli orari di apertura al pubblico sono stati aggiornati. Gli uffici della sede comunale rimangono chiusi di sabato in aggiunta al tradizionale giovedì di stop. Eventuali denunce di morte possono essere comunque inviate tramite mail all’indirizzo info@comune.pezzaze.bs.it oppure via pec a protocollo@pec.comune.pezzaze.bs.it, indicando un numero di cellulare per essere richiamati. Quanto alle carte di identità, «continuano ad essere rilasciate previo appuntamento telefonico allo 030.9220100» spiega il primo cittadino Gipponi.
In Valsabbia
Comuni valsabbini che hanno pianificato di risparmiare energia, magari limitando l’accensione dell’illuminazione pubblica, non ce ne sono. E il perché è presto detto: dallo scorso anno ad occuparsi dei lampioni valsabbini, esclusi solo Bagolino, Provaglio e Serle, più quelli delle municipalità assai popolose come Rezzato e Salò, e poi ancora più a sud fino a Castenedolo, è «Citelum», multinazionale francese con la quale la Comunità montana ha stabilito un canone fisso.
La società, ovviamente, sta accelerando con la sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a led, capaci di risparmiare fino al 70% di energia. Uno spegnimento dei punti luce in alcune ore notturne, insomma, non porterebbe ai Comuni alcun beneficio: certo potrebbe comunque portarlo alla comunità globale. Alcuni Comuni valsabbini invece, questo sì, stanno pensando di risparmiare sulle luminarie di Natale. Vedremo chi lo farà davvero.
In Valcamonica
Lampioni spenti dalla mezzanotte e mezza sino alle cinque del mattino su tutto il territorio comunale e uno studio ad hoc per individuare tutte le azioni possibili per ridurre la spesa energetica negli edifici e nell’illuminazione pubblica, come a esempio l’incremento delle lampade a led, l’abbassamento delle temperature all’interno degli immobili e la riprogrammazione degli orari di utilizzo. È la strategia che l'Amministrazione comunale di Pisogne ha deciso di attuare in questi giorni per affrontare il «pesante incremento dei costi energetici». D’altronde i conti parlano chiaro: rispetto allo scorso anno, il municipio spenderà almeno il doppio. E si parla di cifre molto elevate.
Nel 2021 sono stati spesi 130mila euro per il consumo del gas e 85mila per l’energia elettrica necessaria al funzionamento degli edifici comunali (come scuole, biblioteca, municipio, sale pubbliche ecc.), ai quali vanno sommati altri 215mila euro per l’impianto di illuminazione pubblica. In tutto fanno un conto da 430mila euro. I gestori dell’energia hanno evidenziato l’anomalo incremento della spesa, che con tutta probabilità potrebbe essere superiore del doppio. La decisione di spegnere l’illuminazione pubblica dovrebbe far risparmiare, sino alla fine dell’anno, all’incirca 120mila euro. Ma l’intenzione è quella di monitorare giorno per giorno l’andamento, in modo da mettere in atto altri interventi correttivi o integrativi.
Lo spegnimento dei lampioni è già partito, ma avverrà in modo progressivo, visto che il Comune ha un’ottantina di centraline distribuite sul territorio. «Siamo stati costretti ad attuare interventi immediati e una nuova programmazione per contenere la spesa ed evitare il prelievo di fondi di bilancio, utilizzabili per altri interventi e investimenti - spiega il sindaco Federico Laini -. Siamo consapevoli del disagio ai cittadini, ma è doveroso, in questo particolare momento storico, compiere un’azione di responsabilità».
Sul Garda
Contro il caro energia Limone sul Garda anticipa lo spegnimento delle luci sulle passeggiate. È uno dei provvedimenti adottati dalla giunta del sindaco Antonio Martinelli che, in considerazione dell’aumento delle tariffe di energia e gas per la stagione invernale 2022-2023, ha ritenuto opportuno attuare una serie di accorgimenti che puntano a ottimizzare la spesa energetica, con una serie di azioni di risparmio.
Tra queste, come detto, lo spegnimento anticipato dei lampioni lungo le passeggiate: «Dalle 22 - annuncia il sindaco - sarà spenta l’illuminazione sulle passeggiate del fiume San Giovanni, della spiaggia Cola e del torrente di Valle Pura. Alle 22 saranno inoltre chiusi tutti i parchi pubblici e anche qui, conseguentemente, saranno spente le luci».
Quanto alle luminarie natalizie, Martinelli fa sapere che il Comune non vi rinuncerà «perché vogliamo dare un segnale di speranza e di fiducia ai cittadini, ma saranno molto razionate e ridotte». Il caro energia impone inoltre un’accelerata agli interventi di sostituzione delle vecchie lampade della pubblica illuminazione con i nuovi punti luce a Led, che garantiscono consumi ridotti e risparmi.
«Entro la prossima stagione turistica - continua il primo cittadino - installeremo 120 nuovi corpi illuminanti a led nel centro storico e 83 nuove lampade a led andranno a sostituire quelle preesistenti sulle strade comunali dell’area urbana». Si sta inoltre riesaminando l’illuminazione dei piani e degli interrati di tutti i parcheggi comunali e, in generale, la situazione negli immobili pubblici. I campi sportivi e il palazzetto dello sport saranno utilizzati con illuminazione ridotta. «Piccole scelte pratiche - conclude il sindaco Martinelli -, ma concrete e tutt’altro che simboliche».
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