Caro bollette anche negli ospedali: dai 7 ai 14 milioni in più

Dal decreto bollette potrebbero arrivare in provincia di Brescia circa otto milioni per la sanità pubblica. Ma le strutture temono i rincari
L'ospedale Civile di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
L'ospedale Civile di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Quasi sette milioni in più. Una cifra che potrebbe anche raddoppiare se il costo dell’energia dovesse aumentare del 50% rispetto a quanto calcolato nel bilancio preventivo 2021 delle quattro aziende sociosanitarie territoriali della provincia di Brescia.

Al punto che parlare di «stangata» diventa quasi un eufemismo di raddoppiare, se a tanto ammonta il «caro bollette» per le strutture sanitarie pubbliche bresciane calcolato su base annua, se non ci sarà una sostanziale inversione di tendenza sui costi del gas e dell’energia elettrica.

L’aumento delle bollette dell’energia rischia di incidere pesantemente sui bilanci delle aziende sanitarie pubbliche e, dunque, sul Servizio sanitario nazionale. Gli incrementi significativi subiti da queste voci di costo «non sanitarie», ma indispensabili per far funzionare gli ospedali, avranno un impatto già sulla chiusura dei bilanci consuntivi 2021. Anche se, come spiegano dall’Asst Spedali Civili, «le fatture arrivano due o tre mesi dopo rispetto ai consumi reali».

L'impatto sugli ospedali

Ancora: «Nell’ultima bolletta, quella di ottobre, c’è già stato un aumento notevole, nell’ordine di quasi 400 mila euro rispetto allo stesso mese dell’anno precedente». E se il Civile, per la sua dimensione, è l’azienda che spende di più - circa 15 milioni di euro l’anno - e, dunque, che dovrà sborsare di più, in proporzione anche le altre realtà si stanno preparando a significative sofferenze: un milione a testa per Valcamonica e Franciacorta, mezzo milioni per il Garda. Ma si tratta di calcoli effettuati sui valori dei servizi non sanitari contenuti nelle voci di bilancio. Il reale prezzo da pagare lo si conoscerà a fine anno.

I finanziamenti

Gli stanziamenti del Governo serviranno a non mettere ulteriormente in ginocchio la sanità, ma si tratta di un circolo vizioso perché il denaro utilizzato per pagare le bollette non è più disponibile per altri servizi. Nei giorni scorso la Fiaso, la Federazione italiana delle Aziende sanitarie e ospedaliere, ha scritto una lettera al ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e al ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere uno stanziamento economico per far fronte all’incremento dei costi energetici. Ieri l’esecutivo nel decreto bollette ha deciso di destinare complessivamente circa 7,5 miliardi di euro. Ci sono anche 400 milioni per le Regioni, contro i rincari di luce e gas negli ospedali che, se ripartiti in base alla popolazione, si traducono in circa otto milioni per la provincia di Brescia.

La situazione nelle strutture convenzionate

Non sono solo gli ospedali pubblici, tuttavia, ad attendere gli aiuti per far fronte ai costi energetici che in parte - come accade per le Asst - godono di tariffe agevolate perché i contratti sono sottoscritti dalla Consip, la società pubblica che si occupa di gestire gli acquisti di tutti gli uffici pubblici italiani (comuni, ospedali, ministeri…) cercando di garantire il prezzo migliore sul mercato.

Ricordiamo che in provincia di Brescia la metà dell’offerta sanitaria è in capo a strutture private convenzionate con il pubblico. Il Gruppo San Donato - proprietario degli Istituti clinici Città di Brescia, Sant’Anna e San Rocco - in una nota aveva espresso «preoccupazione per il 2022». «Nonostante l’applicazione in modo efficiente della nostra strategia di gestione portafoglio, a causa dell’incremento dei prezzi spot e delle quotazioni future già a partire dal 2021, ci aspettiamo nel 2022 degli aumenti in bolletta molto consistenti. E gli ospedali non possono certo ribaltare l’incremento dei costi energetici sul prezzo del prodottoservizio fornito.

Gli ospedali privati si approvvigionano di energia elettrica e gas attraverso fornitori del mercato libero. Il Gruppo gestisce centralmente l’approvvigionamento per i propri ospedali, con una strategia che prevede operazioni di hedging, ovvero la copertura parziale dei quantitativi di energia elettrica e gas. Questo - spiegano - ci ha consentito di limitare l’impatto sulle bollette del 2021 generato dall’impennata spropositata dei prezzi del gas e dell’energia elettrica sul mercato avvenuta soprattutto dalla metà del 2021. Le nostre bollette di energia sono incrementate "solo" di circa il 15% rispetto al 2020 a fronte di un aumento medio del prezzo di mercato di circa il 220%. Sulla bolletta del gas siamo riusciti addirittura a non avere aumenti, a fronte di un incremento del prezzo di mercato del gas del 2021 di circa il 235%». Il problema si profila per i prossimi mesi.

Il rischio dei prossimi mesi

«Noi abbiamo una centrale di cogenerazione che ci rende autonomi sul fronte dell’energia elettrica e del riscaldamento - spiegano dalla Poliambulanza -. Il gas, però, lo dobbiamo acquistare». La preoccupazione è forte. Gli aumenti subiti da queste voci di costo rischiano concretamente di mandare in crisi i bilanci degli ospedali, già appesi ad un filo a causa delle restrizioni e delle maggiori spese causate da due anni di pandemia. Anche perché i dati delle forniture private non lasciano ben sperare: nel primo trimestre 2022 si prevede un aumento del 94% del gaso e del 130% dell’energia elettrica rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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