Carmine: «La delibera movida è una sperimentazione per la sicurezza»
Il tema è caldo e nei prossimi mesi potrebbe diventare rovente. La «movida» in Carmine rimane al centro del dibattito politico cittadino e continua a dividere le forze presenti in Consiglio comunale.
Ad integrare le ordinanze dei mesi scorsi arriva una delibera che ha l’obiettivo di governare il fenomeno e - nel caso dovesse funzionare - di essere replicata anche in altri quartieri della città.
Presentato in Commissione Commercio, economia, lavoro e turismo, il protocollo prevede una prima fase di studio della «mala-movida» (già in corso in queste settimane) e, una volta ottenuti i dati, una successiva fase di sperimentazione (che partirà a fine settembre), a cui far seguito con un più specifico «piano della notte» da applicare su larga scale nelle zone più movimentate di Brescia.
Un impegno importante per il Comune, ma anche per gli esercenti del Carmine, che saranno chiamati a sottoscrivere un accordo di collaborazione. «Si è avviato un percorso - spiega l’assessore con delega alle Attività produttive, Andrea Poli - e in tempi brevi saremo a conoscenza delle macroscopiche regole del gioco per mantenere la sicurezza nel quartiere. Una volta a conoscenza del flusso di persone procederemo nella sperimentazione che prevede principalmente un servizio di stewarding garantito dagli esercenti, politiche per evitare la diffusione dei rifiuti, ma anche un controllo della comunicazione perché c’è un enorme tema di educazione civica da affrontare, e cercheremo anche di ridurre l’impatto delle manifestazioni. Infine proveremo ad evitare che gli esercenti incentivino l’uso di alcol».
Le critiche però non mancano e l’opposizione - capitanata da Rolfi, Margaroli e Andreoli - punta il dito contro una delibera fumosa, con «troppi costi che ricadono sui commercianti» e senza il richiamo a «una maggiore sicurezza per il cittadino e a più controlli che devono essere effettuati dalla polizia e non dagli steward».
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