Carfagna: «Ora una legge che vieti i matrimoni combinati»
Dal caso di Sana Cheema, uccisa per aver rifiutato il matrimonio imposto, a quello della 18enne messa sotto protezione dalla Polizia di Brescia pochi giorni fa perché il padre avrebbe voluto farla sposare in patria.
La politica italiana prova a reagire attraverso un intervento legislativo dopo le due vicende di integralismo e mancata integrazione. Dalla Camera. «Ho depositato una proposta di legge che vieta in Italia il matrimonio forzato» annuncia Mara Carfagna vicepresidente della Camera. «È necessario inviare un segnale chiaro contro questa pratica e contrastare la concezione erronea secondo cui si tratterebbe di una tradizione tollerabile poiché ricollegabile a culture diverse». Una proposta che prevede l’introduzione di due nuovi articoli di legge: 558-bis e 558-ter. Ovvero, induzione al matrimonio mediante coercizione e induzione al matrimonio di persona minorenne.
«Le donne, vittime di tali pratiche, non possono più aspettare. Il nostro Paese non può e non deve più restare a guardare episodi in cui il desiderio di controllo da parte del genere maschile su quello femminile continua ad incidere sul libero e pieno consenso a contrarre matrimonio costringendo giovani donne a sposarsi contro la loro volontà» è il pensiero di Mara Carfagna. La deputata di Forza Italia per spiegare la sua decisione parla proprio della neo maggiorenne di origini pakistane, cresciuta in provincia, che la Questura di Brescia ha tolto alla famiglia e affidato ad una comunità protetta perché il genitore aveva già individuato l’uomo che la figlia avrebbe dovuto, e non voluto, sposare. «La mia proposta di legge - dice la parlamentare - allinea il nostro Paese alla legislazione europea».
La vicepresidente della Camera chiama ora i colleghi deputati. «Mi auguro - dice Mara Carfagna - che il Parlamento voglia approvare in fretta la legge che ho presentato. Potrebbe servire a mettere al sicuro le bambine, le ragazze e le donne residenti in Italia che vogliono vivere libere e invece subiscono pressioni e violenze anche estreme perché accettino matrimoni combinati». L’idea è quella di intervenire anche davanti a vicende che nascono nel nostro Paese, ma si sviluppano poi lontano dall’Italia.
Come nel caso di Sana Cheema, trascinata con un tranello in patria e poi addirittura uccisa per aver detto no alle nozze decise dal padre. «La proposta di legge - è il pensiero della vicepresidente di Montecitorio Mara Carfagna - punisce i colpevoli anche se il reato avviene fuori dal nostro territorio nazionale e offre protezione a chi si sottrae e denuncia».
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