Capperi con i sandali

Per un’estetica del solleone
AA

Adoro i capperi. Mio cognato me ne porta di meravigliosi dalla campagna di Ostuni.

Ho deciso di coltivarli, il clima della pianura padana non è certo quello del salento, ma sono fiducioso. La pianta del cappero è estremamente rustica che ama il caldo e la siccità. Con i suoi meravigliosi fiori affronta il solleone con grande eleganza. Lo stile estivo non è certo da tutti.

Quand’ero piccolo vicino ai miei nonni abitava Gioanì, uomo dall’umorismo straordinario. Con l’arrivo della bella stagione il sessantenne Gioanì sfidava il perbenismo estetico indossando bermuda cortissimi. Per gli anziani della via un abbigliamento inconcepibile, troppo trasgressivo per un signore nato nei primi decenni del Novecento. Non era così per lui, che sfoggiava quelle gambette bianche con una leggerezza carica di orgoglio. Quel suo anticonformismo lo rendeva eroico. Altri tempi.

Propongo un codice estetico estivo, mi limito al fronte maschile. Pinocchietti: dovrebbero essere vietati da una convenzione internazionale. Pantaloni coi tasconi che arrivano a metà polpaccio, praticamente prendono aria solo le caviglie: accettabili solo se avete la cantina allagata. Magliette spiritose: fanno ridere solo se avete dieci anni e un fisico non provato da troppe caraffine. Marsupio: non siamo canguri. Pantaloncini corti stirati con la riga, scarpetta classica, calzino scolorito con elastico molle: look accettabile solo in una pensione a gestione familiare a Cesenatico. Sandali: con le calze bianche esclusivamente se volete conquistare procaci tedesche in vacanza sul Garda. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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