Capèl, cerimonia nel segno dell'integrazione

Rinnovata la tradizione: sabato pomeriggio il parroco di San Faustino ha consegnato il galero rosso al sindaco.
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Dopo la richiesta, la concessione. La Chiesa ha accordato la protezione della città da parte dei Santi patroni Fautino e Giovita. E così, secondo tradizione, il parroco di San Faustino ha consegnato il galero rosso al sindaco.

Il cappello, più conosciuto come il capel, simbolo della protezione, è stato portato in corteo dal sagrato della chiesa di San Faustino alla Loggia, con la processione aperta dagli sbandieratori di Asti, scelti per il legame stretto fra Brescia e la cittadina piemontese. Si racconta infatti che il protettore di Asti, San Secondo, sia stato convertito in carcere a Milano da Faustino e Giovita.

Un rito antico questo, sospeso prima sotto il dominio austriaco e poi durante il fascismo e rispolverato tre anni fa dalla Confraternita dei Santi Faustino e Giovita che per quest’anno ha scelto il tema della responsabilità per le celebrazioni dei patroni. A portare il gonfalone dei patroni sono stati alcuni cittadini stranieri a significare la loro integrazione e la partecipazione alle tradizioni della città. Il capel sarà conservato a palazzo Loggia fino alla fine delle celebrazioni per i patroni.
 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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