Canton Mombello, dopo l’appello arrivano 800 set di lenzuola
Bianche, colorate, con disegni o con ricami. Più che per per tutti i gusti, per le esigenze primarie dei detenuti. Nelle celle di Canton Mombello mancano le lenzuola, così la direttrice del carcere Francesca Paola Lucrezi ha lanciato un appello al territorio per un sostegno. A rispondere sono stati la cooperativa di Bessimo e l’ufficio Pari opportunità della Loggia. L’ondata di solidarietà è stata massiccia: 750 completi sono stati raccolti solo dal Comune di Brescia grazie a un tam-tam solidale, altre 50 dalla cooperativa camuna. «L’amministrazione penitenziaria autoproduce vettovaglie e generi letterecci - spiega la direttrice Lucrezi -, ma la produzione è concentrata solo in alcuni istituti in Italia e stiamo ancora attendendo le consegne. Se non ci fosse stata questa cordata avrebbero avuto problemi quei detenuti che non hanno famiglie sul territorio ad aiutarli».
Ieri mattina, in via Spalto San Marco, la consegna dei pacchi con gli 800 teli raccolti e beni di prima necessità (come sapone), frutto di una mobilitazione che ha visto impegnati imprenditori, associazioni e parrocchie. Ma anche cittadini bresciani, alcuni dei quali presenti alla consegna: Annamaria Rossi, Giuliana Antonelli e il presidente di Unci Guido De Santis. «Hanno risposto tantissimi cittadini, anche dalla provincia e dalle valli - commenta soddisfatta l’assessora alle Pari opportunità Roberta Morelli -. Le ragazze del laboratorio di sartoria hanno poi provveduto ad abbinarle e a operare ritocchi laddove necessario».Non è finita qui
Ma il lavoro dell’assessorato a supporto dei detenuti non finisce qui: nelle prossime settimane si procederà alla raccolta di asciugamani. Piccoli ma fondamentali ristori in una casa circondariale che vive una condizione critica ma cronica. L’appello della Garante dei detenuti Luisa Ravagnani e dei rappresentanti sindacali della Fp Cgil è ora rivolto direttamente al neoministro della Giustizia Carlo Nordio. Le criticità sono le stesse che caratterizzano da troppo tempo la casa circondariale bresciana: sovraffollamento, vetustà della struttura, alto numero di soggetti psichiatrici e tossicodipendenti e un lavoro sempre più pericoloso per gli agenti.
«A settembre non avevamo interlocutori - spiega la Garante Ravagnani -, oggi li conosciamo e speriamo che il nuovo governo abbia la volontà, la forza e l’energia di cambiare una situazione che non è più un’emergenza, ma drammatica ordinarietà di gestione del sistema penitenziario».
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