Cani aggressivi? «Servono corsi ad hoc»
La vicenda del bimbo sbranato da due doghi argentini di casa a Mascalucia lascia attoniti. Anche nel bresciano, dove ogni anno si verificano alcuni episodi di aggressioni da parte di cani particolarmente «pericolosi» o «nervosi», anche se, fino ad oggi, di episodi eclatanti non se ne sono registrati.
Ma l'Ats ha, in alcuni casi, inviato cani e padroni a frequentare corsi di rieducazione, tenute da veterinari comportamentali. I corsi si inseriscono nel piano triennale dell’Ats sulla lotta al randagismo 2015-2017, un documento che prevede numerose iniziative, quali a esempio la formazione nelle scuole primarie, i controlli sulle morsicature e sull’aggressività (come successo nel Catanese, ogni volta che si verifica un episodio i cani vengono subito isolati per dieci giorni, per la profilassi della rabbia e per verificarne l’aggressività) e l’anagrafe degli animali da affezione.
Da tempo, il Codacons chiede poi d’inserire l’obbligatorietà del «patentino» per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi. E, anche, di affrontare una volta per tutte la questione degli esemplari aggressivi e pericolosi.
Secondo il presidente dell’Osservatorio italiano cani mordaci, Salvatore Montemurro, i piccoli non andrebbero comunque mai lasciati da soli con cani di grossa taglia, soprattutto con quelli di razze come i doghi, di 40-50 chili di peso, e selezionati per la caccia grossa, che hanno un forte istinto predatorio. Un bambino deve poi imparare a comunicare con un cane e viceversa, in modo che il linguaggio sia compreso a vicenda, ma non va mai sottovalutata la potenziale pericolosità di un cane.
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