Cancelli chiusi e chiavi ad A2A: Caffaro ha detto addio alla città

Lo storico e doloroso marchio di via Nullo finisce in archivio. La multiutility: a breve assumeremo i lavoratori
Loading video...
CAFFARO DICE ADDIO ALLA CITTA'
AA

Luci spente, cancello chiuso, la bandiera del sindacato - mascotte di mille battaglie - stropicciata su se stessa e annodata alla ringhiera del passaggio pedonale quasi in segno di rispetto, per non lasciarla in balia dell’imprevedibilità del vento. Le pozzanghere della pioggia del mattino come sfondo, un silenzio inedito come scenografia. Così, sommessamente, ieri Caffaro ha detto definitivamente addio alla città. Per la prima volta, dopo un secolo di storia, il marchio simbolo della ferita ambientale più profonda di Brescia scivola in archivio.

Alle 17 in punto, lavoratori e lavoratrici hanno riposto con cura per l’ultima volta il badge, hanno salutato il loro posto di lavoro e si sono chiusi la porta alle spalle. Nessuna gloria per loro che alla diga anti-veleni hanno dedicato una vita intera, nessuna stretta di mano, nessun «grazie», non ieri quantomeno. Non c’è stato neppure un ultimo trillo della sirena che ha scandito per decenni le loro giornate: il suo suono significava «sicurezza» e «lavoro» e siccome nella cittadella industriale non ci sono più né l’una né l’altro, l’iconico squillo era già stato pensionato qualche giorno fa.

Cosa succede, a partire da oggi, in quel quartiere industriale nascosto dai mattoncini arancioni? Le chiavi sono state consegnate ad A2A: dalla mezzanotte la gestione dell’epicentro del Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro (o, meglio: la gestione della barriera idraulica) passa nelle mani della multiutility.

E gli ex lavoratori? Sono in disoccupazione, in attesa di essere ricollocati.

Gli ex dipendenti

Eppure, Caffaro Brescia la data del 31 ottobre l’aveva comunicata da tempo e l’accordo tra Loggia e A2A era stato stretto: come mai, allora, i lavoratori nel giorno del loro ultimo turno, non conoscono ancora il proprio destino? Dopo il pressing del Comune - che ha ribadito la necessità che la multiutility si faccia carico dell’assunzione dei cinque ex dipendenti velocemente - del dossier si sta occupando in prima persona il vicepresidente di A2A Giovanni Comboni. E dall’azienda confermano l’impegno a trovare una soluzione per i cinque professionisti, ai quali - fa sapere sempre A2A - a breve verrà sottoposta una proposta consona al profilo di ciascuno per un’assunzione all’interno del gruppo, così da «valorizzare le competenze».

Il punto è questo: gli ex dipendenti Caffaro sono iperspecializzati, dunque per una ricollocazione mirata serve qualche settimana in più, ma - garantisce la multiutility - questo non mette in dubbio la loro assunzione, che arriverà velocemente. Dopo uno studio dei curricula, l’orizzonte è quello di procedere con la contrattualizzazione nell’arco delle prossime settimane, prima delle festività natalizie.

Il sito e la barriera idraulica

Come sarà gestito, d’ora in avanti, il sito industriale? E chi sorveglierà la barriera idraulica e l’intera area? Di certo è previsto un servizio di portineria che fa capo a Fidelitas, ma a rispondere nel dettaglio alle altre domande sarà direttamente la multiutility durante la conferenza stampa in programma per domani.

Nel frattempo, prosegue l’iter legato al bando per la messa in sicurezza e la bonifica della maxi area compresa tra le vie Milano, Nullo e Morosini. Le offerte sul tavolo sono due, entrambe firmate da raggruppamenti temporanei di impresa: il primo composto da Greenthesis di Milano, Nico di Siracusa e Acr di Mirandola; il secondo da Vittadello (Padova), Ireos (Genova) ed Hexa Green del Gruppo Cosmo (Venezia). La commissione che deve valutarle ha chiesto espressamente di rimanere anonima fino alla conclusione dei lavori (complicati dalla denuncia dei Verdi riguardo alle indagini della Procura su due delle ditte in lizza) e si è riunita in prima seduta lunedì 30 ottobre. Chi si aggiudicherà la gara, dovrà procedere con la prima fase del progetto (che «vale» oltre 57 milioni di euro): smantellamento degli impianti, demolizione del sito industriale, approfondimento delle condizioni dei terreni e avvio della bonifica della falda sotterranea.

Tutto, dentro e fuori dal sito (dall’epilogo del bando al contratto dei lavoratori, passando per l’arrivo del nuovo commissario) è in questo momento incuneato in una parentesi temporale di sospensione e di attesa. Una condizione che rispecchia esattamente quella del gigante della chimica, svuotato dai volti e dalle voci delle persone ma non ancora dai veleni che hanno condizionato la sua biografia e quella della città.

Ore 17, 31 ottobre 2023: con lo spazio sgombro e il cielo arrugginito dalle nuvole, i dettagli che tratteggiano via Nullo - all’ingresso dei 110mila metri quadrati dell’ex cittadella della chimica - sembrano più evidenti. La scritta bianca incastrata nell’esagono blu pare più scolorita del solito; lo «strappo» del cancello - in basso a destra - che finora era passato quasi inosservato, balza subito all’occhio; l’adesivo a forma di cuore (con la scritta dell’iniziativa «ti voglio un bene pubblico») incollato sul cartello che invita a «procedere con prudenza» ha un aspetto più sgargiante. Anche l’incedere dei lavoratori e delle lavoratrici è inzuppato nella malinconia di una storia finita. E con l’incertezza di chi non conosce ancora il proprio destino compressa nelle tasche, alla spicciolata, se ne tornano a casa in silenzio. Come in silenzio il cancello di Caffaro si chiude. Fine. 

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato