Campioni «Special» ai giochi Olympics, pioggia di medaglie

Dieci giovani nuotatori della Pol. No Frontiere hanno partecipato a Biella alle gare internazionali
  • Gli atleti degli Olympics
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Gabriele arriva per ultimo, tutto affannato, con una manciata di medaglie al collo. Elisa ha una fame da lupo: d’altronde è un’atleta e in vasca, si sa, le energie si consumano in fretta. Solo Paolo sembra non stancarsi mai: dopo una settimana di gare è andato a «spararsi» mezzo miglio in mezzo al lago d’Idro. Andrea ha migliorato il suo tempo di 8 secondi nei 50 stile; e intanto Luca, dopo i successi sportivi, si gode pure quelli scolastici: lui che ha 18 anni e frequenta il Mantegna si porterà a casa per il terzo anno la pagella d’oro.

Sono dei veri campioni i ragazzi della Polisportiva Bresciana No Frontiere. Dal 3 all’8 luglio hanno partecipato agli Special Olympics Italia che, come spiega il loro allenatore Marco Cola, «sono un po’ l’altra faccia delle Paralimpiadi». 

Giulia, Shada, Andrea, Luca, Elisa, Catia, Gabriele, Carmen, Massimo e Paolo vengono dalla città e un po’ da tutta la provincia. Hanno fra i 10 e i 30 anni e si allenano due o tre volte la settimana, nella piscina di Mompiano.

A bordo vasca c’è sempre Marco, un po’ coach e un po’ fratello maggiore («via i cellulari e niente bibite gassate» li ammonisce a tavola), che con Michela Angoscini li ha accompagnati per mano fino al traguardo di Biella, città che ha ospitato i giochi nazionali riservati agli atleti con disabilità intellettiva-relazionale. Qui, prima di scendere in acqua, i giovani nuotatori hanno sfilato davanti a 10mila persone per la tradizionale cerimonia di apertura dei giochi, che hanno visto in gara 1500 atleti nelle diverse specialità.

«I giochi Special Olympics sono il più grande evento sportivo per atleti con disabilità intellettiva - spiega Marco - . Si tratta di una competizione in cui l’agonismo conta, ma conta soprattutto la partecipazione. L’obiettivo è aiutare i piccoli atleti a sviluppare la loro autonomia, fuori e dentro la vasca. Per questo, anche per noi, è stato importante trascorrere una settimana lontano da casa. I genitori ci hanno seguito come spettatori, ma i ragazzi per una settimana hanno sperimentato la vita di veri atleti olimpici».

Questo non vuol dire che l’agonismo è un capitolo minore. Anzi. In acqua i ragazzi fanno sul serio. «Mi piacciono le gare» asserisce convinto Paolo. «Vorrei nuotare sempre» aggiunge Andrea. Non fa una piega e i risultati si vedono. Alla fine sono andati tutti a medaglia e sono tornati a casa con 5 ori, 7 argenti e 2 bronzi. Un risultato che ha riempito di orgoglio le famiglie, ovviamente, ma pure il presidente della Polisportiva Bresciana No Frontiere Nunzio Bicelli e la consigliera Maria Cecilia Sabatti, responsabile del settore intellettivo-relazionale. 

E per festeggiare questi atleti così Special è arrivato dal ristorante I Nazareni, in città, l’invito per una cena altrettanto speciale. Tavola imbandita di piatti e apparecchiata di medaglie: se le sono portate tutte, per far vedere di cosa sono capaci. Giovani promesse crescono, dentro la vasca, ma soprattutto fuori.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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