Campi nomadi abusivi, linea dura di Palazzo Loggia
Due campi nomadi. Entrambi abusivi. Sorti tutti e due su terreni a destinazione agricola. L’uno su area di proprietà di una famiglia sinti – in via Labirinto – poi smantellato ma rioccupato recentemente da congiunti dopo la morte di uno dei residenti originari – l’altro su area affittata ad un’immobiliare in via Codignole in cui si sono trasferiti gli originari occupanti della prima struttura abusiva.
Due casi che la Loggia confida di risolvere entro l’estate. Nel primo insediamento, datato originariamente 2014, vi fu il tentativo del Comune di procedere allo sgombero con un’ordinanza per motivi igienico-sanitari, non ritenuta però legittima dal Tar.
La via prescelta allora fu quella della contestazione dell’abuso edilizio. Funzionò per via Labirinto (salto l’insediamento recente di altri sinti, che alla Polizia Locale hanno promesso di andarsene terminato il periodo di lutto per il congiunto scomparso): se così non sarà, il Comune scaduto il termine di 90 giorni dalla diffida potrà entrare in possesso dell’area e allontanare le 13 persone presenti, tra le quali 5 minori suddivisi in 6 nuclei familiare. La stessa strategia auspica la Loggia funzioni ora per via Codignole.
A complicare il quadro il fatto che la proprietà è in capo ad una società immobiliare di Bedizzole, e non agli occupanti (14 persone tra le quali sei minori). Proprio l’immobiliare ha presentato ricorso al Tar, che dovrebbe però pronunciarsi nel merito entro maggio, come assicura l'assessore alla Sicurezza Valter Muchetti.
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