Calovini: «Dalla missione in Ucraina può nascere un gemellaggio tra Brescia e Irpin»

Il deputato bresciano di Fratelli d'Italia è stato a Kiev per capire come intervenire sul piano politico e come coinvolgere la società civile
Giangiacomo Calovini
Giangiacomo Calovini
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Una missione in Ucraina, non solo per toccare con mano la situazione del conflitto, ma anche per comprendere come intervenire politicamente ed in che misura coinvolgere la società civile bresciana.

Questo il significato della visita che l’on. bresciano di Fratelli d'Italia Giangiacomo Calovini ha effettuato la scorsa settimana insieme ad una delegazione della commissione esteri della Camera.

Da dove nasce l’idea di una missione in Ucraina?

Con i colleghi della Commissione Esteri, sin dall’inizio della Legislatura, ci si era prefissati l’obiettivo di rilanciare la diplomazia parlamentare come strumento di dialogo tra i diversi Paesi. A seguito dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, perpetrata illegalmente dalla Federazione russa, era ancor più doveroso da parte nostra recarci a Kiev.

Chi avete incontrato?

L’agenda degli incontri ha seguito un duplice binario: da un lato incontri e visite di tipo umanitario e sociale, dall’altro, incontri politici ed istituzionali. Nel primo caso, abbiamo visitato una struttura ospedaliera che si occupa della cura e del ricovero di persone che hanno subito una mutilazione degli arti (se ne stimano decine di migliaia) e, in seguito, l’Università Cattolica di Leopoli che è riuscita a garantire l’operatività delle lezioni agli studenti. Gli incontri istituzionali si sono svolti, invece, presso la Rada (Parlamento ucraino) nella sede che ospita il Ministero degli Affari Esteri e nel Palazzo della Presidenza del Consiglio dove abbiamo interagito a lungo con la vicepremier Ol’ha Stefanišyna.

Cosa l’ha colpita di più?

Difficile rispondere. Le fosse comuni di Bucha o i palazzi devastati di Irpin che hanno causato la morte di centinaia di civili sono sicuramente cose che difficilmente potrò dimenticare.

Ci sono spazi per la pace?

I recenti bombardamenti di Odessa e la decisione di Mosca di recedere dall’accordo sul grano hanno chiaramente alzato il livello di frizione tra le parti. L’Ucraina continua a chiedere di poter combattere per riconquistare i propri territori occupati illegalmente dalla Russia, così come Mosca sembra non voler in alcun modo rinunciare alla propria offensiva, ma è chiaro che la volontà di arrivare ad una conclusione è comunque un desiderio di molti. A settembre si aprirà la 78° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e non è escluso che qualche passo in avanti si possa fare anche in virtù dell’utile lavoro del card. Zuppi che per conto della Santa Sede, si è recato a Kiev, Mosca e Washington.

L’Italia che ruolo può avere in Ucraina?

L’Italia ha fatto moltissimo sotto l’aspetto politico e ancora di più può - e deve - fare. In tal senso il contributo di Giorgia Meloni, figura che sul piano internazionale gode di un’innegabile - quanto concreta - credibilità rappresenti una variabile importante e il motore dell’azione del nostro Paese nello scacchiere globale. La visita del nostro presidente del Consiglio a Kiev della primavera scorsa e l’ottimo rapporto personale con il presidente Zelensky hanno da una parte alzato vertiginosamente le aspettative nei confronti di Roma, ma dall’altra confermano come il Governo italiano stia mantenendo e rispettando le promesse fatte al popolo ucraino. Nel concreto, oggi Roma si sta battendo per accelerare il percorso che porterà l’Ucraina in Europa e non ha mai fatto mancare il proprio sostegno a Kiev in questi mesi, nonostante il cambio di Governo ed una nuova maggioranza parlamentare. Infine, non trascurabile è il tema della ricostruzione dell’Ucraina al termine del conflitto, e sono certo che anche in questo saremo in grado di soddisfare le speranze che Kiev ripone in noi.

E che iniziative immagina per coinvolgere Brescia, storicamente comunità con grande vocazione al dono?

È vero. Brescia ha storicamente una notevole capacità di esprimere al meglio la propria solidarietà e sono convinto che davanti a questa tragedia potrà fare lo stesso. Ciò premesso, vorrei innanzitutto incontrare il sindaco Castelletti ed il presidente della Provincia Moraschini per valutare con loro quali iniziative si possano adottare. Durante la mia visita ho incontrato il sindaco di Bucha ed ho appreso della recente stipula di un gemellaggio con Bergamo.

Nell’anno della Cultura che vede unite Brescia e Bergamo, si potrebbe istituire un gemellaggio parallelo con la città di Irpin. Per l’autunno, inoltre, vorrei invitare a Brescia l’ambasciatore ucraino in Italia Melnyk affinché si possa creare un tavolo che coinvolga non solo le istituzioni, ma anche l’Università e le associazioni di categoria del mondo imprenditoriale. Secondo alcuni autorevoli analisti, il reddito medio ucraino potrebbe far registrare, nei prossimi anni, valori dieci o venti volte superiori a quelli attuali ed è chiaro che le opportunità sarebbero essere molteplici. Brescia può avere un ruolo da protagonista.

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