Caldo record: è «boom» di calabroni
A luglio, quando pioveva un giorno sì e... un giorno sì, ci siamo chiesti: «Ma in che stagione siamo?». E ad agosto ecco che il caldo è tornato protagonista, raggiungendo temperature record. Molte le conseguenze di questa estate ballerina. Una è proprio curiosa: tornati dalle vacanze parecchi bresciani hanno trovato sui tetti - «nascosti» dai comignoli - e nei giardini - in bella mostra nelle cavità dei grandi alberi - nidi di calabroni.
Costruiti con certosina cura utilizzando frammenti di legno masticati e quindi impastati con la saliva, questi nidi appaiono «come fatti di cartone», ci spiega Ciro D'Amicis di professione disinfestatore. «E celano calabroni in grado di raggiungere anche i cinque centimetri di lunghezza. In generale si tratta di opere (il riferimento è ai nidi, ndr) molto belle e imponenti. Tanto è vero che alcune superano il metro. Mentre la maggior parte è lunga 50-60 centimetri».
Abbondante è la presenza di questo imenottero, il più grande diffuso in Italia, in queste settimane nella nostra provincia. «Complici il caldo delle ultime settimane e l'assenza di piogge hanno trovato da noi le condizioni ottimali per riprodursi rapidamente. E creare quindi i nidi».
«Solo noi riceviamo una media di tre o quattro richieste di intervento al giorno. La gente quando vede questi nidi si spaventa: premesso che le punture dei calabroni sono molto pericolose per chi è allergico al loro veleno, questi insetti attaccano solo se minacciati». Quindi attenzione al «fai da te»: «Cercare di eliminare un nido - suggerisce D'Amicis - può essere pericoloso. Per due motivi. Innanzitutto perché gran parte dei nidi si trova al riparo dei comignoli, in spazi non facilmente raggiungibili e senza vie di fuga utili in caso di aggressione. Ma anche in quanto nella maggior parte dei casi si scopre di essere allergici al loro veleno solo dopo essere stati punti. Per noi "del mestiere" l'operazione dura una decina di minuti. La precede un'attenta preparazione del luogo».
Definire l'entità del fenomeno non è semplice. Gli agricoltori hanno notato i calabroni. Ma, sebbene questi insetti si cibino di frutti succosi, la loro rapida e abbondate riproduzione, legata a questioni climatiche, non è stata tale da generare conseguenze all'agricoltura. Segnalazioni particolari al riguardo sembra che non ce ne siano infatti state.
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