Caldo in montagna e nebbia sul Garda: effetto inversione termica
Purtroppo, non ci sono state sorprese dell’ultim’ora: il caldo record, previsto in quota, è puntualmente arrivato. E così, il nuovo anno è iniziato con temperature incredibilmente elevate in molte zone della nostra provincia.
Come previsto, in pianura l’inversione termica ha impedito un aumento significativo delle temperature, mentre in collina e in montagna è esplosa una surreale primavera fuori stagione. Anzi, in alcune zone montane le temperature hanno raggiunto addirittura picchi estivi. Ecco alcune massime rilevate ieri pomeriggio nel Bresciano: Leno +3,8°C, Fornaci +8,3°C, Mompiano +11,8°C, Gavardo +12,8°C, Sabbio Chiese +14,7°C, Montecampione +15,3°C, Bione +16,9°C, Monte Ladino +17,8°C, Noffo di Pertica Alta +18,3°C, Magasa Cima Rest +19,0°C, Capovalle Val Sabbia +19,8°C, Lodrino +19,9°C.
In quota si è così verificata un’impennata termica da record, con temperature degne del mese di giugno, mentre in buona parte della pianura padana le massime sono state molto più vicine alla media del periodo, grazie all’inversione termica.
D’altronde anche il lago, trovandosi a quote pianeggianti, risente dell’inversione termica, che favorisce il ristagno delle masse d’aria negli strati più bassi dell’atmosfera e facilita la formazione di dense foschie o banchi di nebbia. Per questo motivo, durante il trimestre freddo, possono verificarsi nette riduzioni della visibilità. L’unica, vera «follia» è quella che si è verificata sulle nostre montagne, con temperature superiori ai 15-16 gradi ad oltre 1.500 metri di quota.
Lo stupore
Di fronte a questi numeri, lo stupore è più che legittimo, ma i meteorologi ci avevano avvisato ed è giusto riconoscerne i meriti: è andato tutto come previsto. Purtroppo, la tendenza degli ultimi anni sembra ormai consolidata e le anomalie di questi giorni si aggiungono a una lunga lista. Il motivo è semplice: il cambiamento climatico, provocando un costante aumento delle temperature, fa sì che i record di caldo diventino sempre più frequenti. In un contesto simile, trovano spazio anche parentesi più fredde della media, ma si tratta solo di eccezioni. Nei prossimi giorni, fortunatamente, le temperature in quota diminuiranno. La situazione potrebbe mutare dal 5-6 gennaio, quando aria fredda di origine artica punterebbe l’Italia con tutta l’intenzione di entrare dalla Porta della Bora (Alpi Giulie). Se ciò venisse confermato si verrebbe a creare un veloce vortice ciclonico carico di maltempo con precipitazioni anche nevose a quote piuttosto basse.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato