Calano le nascite e i bresciani abbandonano città e provincia

Si registra un ulteriore significativo calo della popolazione, che in provincia passa da 1.264.105 di gennaio 2016 a 1.261.961 di fine agosto
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Le culle bresciane anche nel 2016 restano vuote. Almeno sino ad agosto, mese al quale si fermano i dati provvisori forniti dall’Istat in merito alla natalità e mortalità nel territorio cittadino e provinciale.

I numeri a disposizione parlano chiaro: tra gennaio ed agosto 2016 i decessi hanno ancora una volta superato le nascite, con un saldo naturale negativo di 553 unità in provincia (a fronte di 6.802 nuovi nati, le persone perite sono state 7.355) e di 318 in città, dove i bambini venuti alla luce negli 8 mesi hanno toccato quota 1.002 mentre coloro che sono passati a miglior vita sono stati 1.320.

Anche il saldo cosiddetto «sociale», ossia legato agli spostamenti di residenza, è negativo, sia in città che in provincia: se a Brescia la differenza tra iscritti e cancellati è di 397 unità in meno (a fronte di 4.989 nuovi iscritti, i cancellati sono stati 5.386) nella provincia arriva addirittura a 2.144 unità in meno, con 33.240 nuovi iscritti nei comuni del territorio a fronte di 35.384 cancellati.

Inutile aggiungere che in base a questi movimenti sia nel territorio della provincia che in quello strettamente cittadino si registra un ulteriore significativo calo della popolazione, che in provincia passa da 1.264.105 di gennaio 2016 a 1.261.961 di fine agosto, mentre in città dai 196.480 abitanti di gennaio si passa ai 196.083 di fine estate.

 

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