Caffaro, nuovo bando da 57 milioni per la bonifica: prima fase entro 5 anni
Sei mesi e mezzo dopo l’annullamento dell’ultima gara d’appalto si riapre la possibilità di risanare il sito epicentro del disastro ambientale diventato un simbolo della città. Il nuovo bando per la prima fase della bonifica dell’area dello stabilimento Caffaro è pronto e sarà pubblicato a giorni. Il commissario straordinario del Sito di interesse nazionale (Sin) Brescia Caffaro Mario Nova, di concerto con le istituzioni, lo ha inviato ieri mattina alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, che avrà cinque giorni per pubblicarlo. Il tortuoso iter per la bonifica della cittadella industriale tra via Milano e via Nullo riparte quindi così, all’indomani dell’annuncio del licenziamento degli ultimi quattro dipendenti di Caffaro Brescia.
Il progetto nuovo
«È un progetto modificato rispetto alla gara del 2022 - illustra Nova -. Riguarda solo la prima fase della bonifica, cioè le opere più urgenti da realizzare nell’arco di quattro anni e mezzo, che rappresentano le condizioni per la bonifica completa».
«Per Brescia oggi è un giorno fondamentale. Inizia infatti il percorso per la bonifica della Caffaro grazie alla pubblicazione del bando da 57 milioni di euro per la prima fase, che prevede demolizioni e bonifica dei suoli profondi e che stimiamo terminerà tra cinque anni - ha dichiarato l'assessore regionale all'Ambiente di Regione Lombardia, Giorgio Maione, al tavolo tecnico che si è tenuto ieri negli uffici regionali in via Dalmazia -. Si tratta di un iter complesso, reso possibile anche grazie ai 14,3 milioni di euro messi a disposizione tramite l’emendamento alla legge di Bilancio».
Si tratta di un progetto meno complesso rispetto a quello della gara da 62 milioni affidata nel 2022 al raggruppamento di imprese retto da Greenthesis, poi annullata perché le imprese chiedevano un terzo in più del previsto dagli accordi per i rincari di materiali ed energia. Il nuovo bando di gara - come detto - è da 57 milioni e 165mila euro, di cui 46 milioni e 200mila euro saranno destinati ai lavori e i restanti alle spese tecniche e agli imprevisti. Decisivi per Nova sono i 14 milioni e 300mila euro ottenuti tramite la legge di bilancio, di cui la bonifica di Caffaro è risultata beneficiaria grazie a un’azione bipartisan dei parlamentari bresciani.
Nel dettaglio, in questa prima fase si procederà a «smantellare gli impianti esistenti, demolire e pulire il sito industriale, approfondire le condizioni di terreni e suoli dopo la demolizione e avviare l’attività di bonifica per eliminare le fonti di contaminazione che interessano la falda sotterranea» specifica il commissario.
Le domande devono essere presentate entro il 10 ottobre, per poter iniziare i lavori nel primo semestre del 2024. Da lì, 57 mesi - da contratto - per terminare la prima fase.
La barriera
Del nuovo progetto per la bonifica non fa parte la gestione della barriera idraulica, il sistema di pozzi che evita che l’acqua della falda venga contaminata dai veleni del sito industriale. «Caffaro Brescia continuerà i lavori di integrazione della barriera idraulica come da accordi - puntualizza Nova (servirà almeno un altro anno per completarli, ndr) - e fino al 31 ottobre ha garantito il presidio del sito con gli attuali dipendenti». La novità è che la gestione passerà però subito al pubblico: «I costi saranno coperti dal ministero dell’Ambiente, che ha messo a disposizione 8,5 milioni di euro» spiega Nova.
Cosa succederà però da novembre quando Caffaro Brescia avrà fatto i bagagli? La speranza di tutti è di riuscire a chiudere l’accordo con A2A Ciclo Idrico, individuata per subentrare alla società in liquidazione nella gestione della barriera. Il dialogo è aperto da tempo, ma A2A vuole garanzie sulla sicurezza dell’area. Quanto ai lavoratori, non ci sono certezze: «C’è l’attenzione di tutti per valutare quali possano essere le possibilità per loro una volta scaduto il rapporto con Caffaro Brescia». Ma di permanenza futura nel sito, per ora, non si parla.
Arpa
Per l’Arpa però va fatto un passo in più: «Va potenziata la barriera idraulica, quella attuale non è sufficiente - ha dichiarato il direttore di Arpa Brescia Fabio Cambielli -. Nel 2021 la Procura impose a Caffaro Brescia di realizzare due nuovi pozzi, l'8 e il 9, utilizzando i 7 milioni di euro che erano sequestrati all'azienda. Per i clorati presenti negli scarichi di acqua superficiale oggi non esiste un limite: in funzione di questo si capirà il dimensionamento dell'impianto di depurazione dell'acqua di falda e i costi. Ad oggi l'Istituto Superiore di Sanità non ha ancora dato nessuna risposta sui limiti. Bisogna stringere perché devono esserci per l'inizio lavori». Dal canto suo quindi Arpa ha annunciato una sperimentazione per capire quali sono i livelli di concentrazione dei clorati oltre ai quali l’acqua diventa tossica.
La Loggia
Per la sindaca di Brescia Laura Castelletti si tratta di un risultato importante portato a casa a poco più di un mese dall’elezione: «Questa bonifica è per la nostra Amministrazione una priorità: avevamo detto che avremmo presentato il bando a fine giugno e siamo stati di parola» rivendica la prima cittadina. Fondamentale, per Castelletti, è stata la grande collaborazione con tutte le istituzioni a partire dal commissario straordinario del Sin Brescia Caffaro Mario Nova.
«L’obiettivo è fare il bene della città, con attenzione anche ai lavoratori appena licenziati» dice la sindaca. Un impegno, questo, ribadito anche dalla neo assessora all’Ambiente Camilla Bianchi, che ha voluto ringraziare tutti gli uffici comunali coinvolti nel dossier Caffaro.
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