Caffaro, l'azienda: «Tutela dell'ambiente per noi prioritaria»

A cinque giorni dal sequestro di oltre sette milioni di euro dai loro conti, i vertici indagati per disastro ambientale diffondono una nota
L'interno della Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
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Tre punti secchi per rimandare al mittente le accuse. L’inquinamento di Caffaro Brescia avrebbe «fonti ben diverse» da quelle «ipotizzate sulla base di dati parziali e di ricostruzioni deduttive della polizia giudiziaria». Cinque giorni dopo la disposizione del sequestro di oltre sette milioni di euro dai loro patrimoni, i vertici di Caffaro Brescia indagati per disastro ambientale scrivono così, in una nota firmata dai loro legali, ribadendo che «la tutela dell’ambiente è da sempre un obiettivo prioritario della Caffaro Brescia».

«Mai la Caffaro Brescia s.r.l. in liquidazione ha sottratto risorse economiche alle attività funzionali alla tutela dell’ambiente», comunicano Donato Antonio Todisco, presidente del consiglio di amministrazione e attuale co-amministratore di fatto della Caffaro Brescia S.r.l., Alessandro Quadrelli, rappresentante legale dell'impresa, e Alessandro Francesconi, consigliere delegato alle tematiche ambientali nonché direttore dello stabilimento. «La manutenzione della barriera idraulica è sempre stata incombenza costante in Caffaro Brescia S.r.l. - prosegue la nota -, in particolare da parte di chi ne aveva la specifica competenza». Infine l’affondo: «L’ipotizzato inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle acque di falda, ascritto all’attività di Caffaro Brescia S.r.l. dalla Procura della Repubblica di Brescia sulla base di contingenti risultanze di polizia giudiziaria, è conclusione radicalmente contestata dai consulenti tecnici della difesa, ai quali risulta al contrario che le fonti di inquinamento siano ben diverse da quelle attualmente ipotizzate sulla base di dati parziali e di ricostruzioni deduttive della polizia giudiziaria».

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