Caffaro, febbraio apre i cantieri per la nuova barriera idraulica

Ieri il sopralluogo con Arpa: individuati i due punti scavo. Pronto il decreto che darà il via al bando per la bonifica
CAFFARO, LA BARRIERA IDRAULICA
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Il conto alla rovescia segna meno di due settimane. Poi, gli operai si metteranno al lavoro per realizzare una delle opere più importanti per mettere al sicuro Brescia: la barriera idraulica anti-veleni.

Via Nullo, epicentro del Sito di interesse nazionale: vent’anni dopo il disastro ambientale che ha segnato la storia della città, Caffaro Brescia (l’azienda attuale, che nulla ha a che vedere con la storica Chimica) mette mano al sistema di pozzi bollato come inadeguato dall’Arpa fin dal 2014, perché - dati alla mano - gli inquinanti (a partire da Pcb, cromo e clorati) continuano a viaggiare oltre i confini della cittadella industriale.

Il progetto

A comunicare la buona notizia è la stessa società, alla regia della gestione della barriera da anni, che ora - con un investimento di circa tre milioni di euro - si farà carico dei costi di realizzazione dell’impianto. Ieri mattina, a varcare il cancello della fabbrica insieme ai rappresentanti della ditta c’erano anche i professionisti dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (guidati dal direttore Fabio Cambielli che ha seguito gli aspetti tecnici per conto del Ministero della transizione ecologica): durante il sopralluogo nell’area, i tecnici hanno individuato i punti di scavo esatti sui quali si andrà ad intervenire: i due nuovi pozzi «cattura-inquinanti» sorgeranno lungo il lato del perimetro sud del sito, a distanza di un centinaio di metri l’uno dall’altro e ad altrettanta distanza dai due già esistenti. Un’operazione necessaria e urgente, perché - come emerso dalle analisi condotte dall’Arpa nel 2021 - i contaminanti sono stati riscontrati anche in prossimità del Campo Calvesi (nella parte sud, appunto), dove si è registrata un’altissima concentrazione di clorati, evidente segnale del fatto che l’attuale barriera non stia filtrando i veleni come invece dovrebbe.

Quadrelli: «Impegno costante per tenere sotto controllo la situazione»

A dare il «la» all’intesa raggiunta per l’implementazione della diga anti-veleni è stato l’accordo raggiunto tra l’azienda, il Mite e l’Arpa, sotto la guida attenta della Procura. Sottolinea Alessandro Quadrelli, rappresentante legale di Caffaro Brescia srl: «Fin dal momento della propria costituzione, nel 2011, Caffaro Brescia ha assicurato le attività di gestione operativa e di manutenzione tecnica del barrieramento idraulico a servizio del Sin, tenendo fede ad un impegno previsto dagli accordi contrattuali con il commissario straordinario gestore della procedura di amministrazione straordinaria del Gruppo Snia. Caffaro Brescia ha quindi contribuito a tenere sotto controllo la situazione, facendosi carico di oneri non indifferenti». Il riferimento è ai costi di gestione dell’impianto. In cifre: considerando l’ultimo anno, ovvero dal 1° gennaio 2020 ad oggi, «Caffaro Brescia - rimarca Quadrelli - ha investito per il mantenimento e il funzionamento delle opere di emungimento e di trattamento dell’acqua di falda quasi dieci milioni di euro».

Verso il decreto per il bando della bonifica

Nel 2020 poi - va ricordato - l’azienda ha fermato la propria attività (ossia la produzione di clorito di sodio, prodotto utilizzato nel trattamento dell’acqua potabile), avviando la dismissione degli impianti. Cioè? Bonifica degli impianti e delle attrezzature, demolizioni e smaltimento. «È chiaro - conclude Quadrelli - che anche la dismissione rappresenta una fase molto delicata in quanto deve essere svolta in coordinamento con altre società operative nel sito e tenendo conto del piano di bonifica». Piano che, proprio in queste ore, è arrivato alla sua chiave di volta: il bando di gara europeo dedicato alla bonifica e messa in sicurezza del sito. Proprio oggi, infatti, il commissario straordinario Mario Nova presenterà il decreto di approvazione del maxi progetto da 70,4 milioni di euro.

Serviranno almeno cinque anni

Ma come si integra la barriera che sta per realizzare Caffaro Brescia con il piano di bonifica? A spiegarlo è il commissario del Sin, Mario Nova: «Quando saranno finiti i lavori di bonifica sui terreni si valuterà la definitività dell’opera in capo all’azienda: si parla di un orizzonte di cinque anni, a quel punto si valuterà se sarà necessario fare delle integrazioni oppure se i lavori di oggi rimarranno coerenti con l’assetto finale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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