Caffaro: cosa si può coltivare sui terreni inquinati da Pcb

Nuova ordinanza per chi risiede nel Sito di interesse nazionale: le novità più consistenti riguardano gli orti
SITO CAFFARO: COSA COLTIVARE
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Si può coltivare. Non tutto, ma si può. Sono entrate in vigore le nuove regole per chi ha un orto nel Sito di interesse nazionale Caffaro. Almeno fino al 30 giugno, finché cioè resterà in vigore la rinnovata ordinanza che specifica in modo più dettagliato le modalità di fruizione delle aree verdi e dei terreni agricoli.

Un mini «vademecum» verrà distribuito nelle case: la brochure è tradotta anche in inglese.

I divieti, già definiti e segnalati all’ingresso dei parchi con l’apposita cartellonistica colorata, restano: il colore rosso indica un giardino con alto livello di inquinamento, dove è perciò vietato entrare; il giallo ocra segnala una contaminazione media e vige perciò divieto di scavo ed asportazione di terreno, di utilizzo delle aree prive di erba e non pavimentate, di pascolo; l’azzurro individua un giardino pubblico con livelli di inquinamento nei limiti di legge, dove perciò non esite alcuna limitazione.

Le novità più consistenti riguardano invece gli orti: dopo le ultime indagini, infatti, Ats ha svincolato la coltivazione di aglio, cavolfiore, cipolle, cetrioli, fagioli, finocchi, melanzane, piselli, pomodori, verza. Gli altri ortaggi «possono essere coltivati esclusivamente in cassoni contenenti terra idonea, utilizzando appositi attrezzi».

L’opuscolo ricorda poi le buone pratiche per poter coltivare: prima fra tutte quella di indossare guanti e stivali quando si entra in contatto con il terreno. Ma è anche necessario eliminare il terreno dalle verdure e dagli indumenti prima di entrare in casa, così come pure pulire e lavare i prodotti dell’orto prima di consumarli. Tutto il materiale di scarto vegetale va infine portato e smaltito nell’apposito contenitore rosso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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