Caffaro Chimica, 15 giorni per scongiurare la denuncia
Quindici giorni per presentare il piano rifiuti o scatta la denuncia penale. È il tempo che resta alla Caffaro Chimica per depositare in Comune il cronoprogramma per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi individuati da Arpa prima di Natale e che hanno fatto scattare il sequestro, da parte della procura di Brescia, di 25 capannoni della cittadella dei veleni. Nel mirino sono finiti cisterne corrose, mucchi di polvere chimica, lastre di amianto, ma anche centinaia di fusti abbandonati di recente, con etichette del 2017, negli spazi della vecchia fabbrica, contenenti acido solforico diluito, soda esausta e resine.
Dopo il sequestro, lo scorso 27 dicembre la dirigente del Settore Ambiente del Comune ha emanato un’ordinanza che dava un mese di tempo alla proprietà per rimuovere i rifiuti e due settimane sono passate senza novità. Si attende ora una risposta, pena una denuncia penale a carico del proprietario delle aree in capo alla Caffaro Chimica e alla Caffaro Srl. Passato il mese l’intervento spetterà alla Loggia in via sostitutiva che si coordinerà con l’Arpa o con il ministero che poi si rifaranno economicamente sulla società.
Le operazioni di rimozione dei rifiuti di fatto sono già previste nel piano di smantellamento del sito, per un valore di 13 milioni di euro. A finanziare il tutto è il ministero che sosterrà l’operazione solo dopo l’approvazione definitiva del Pob, il piano operativo di bonifica, previsto entro il 28 febbraio. Si attende, prima dell’ultima conferenza dei servizi prevista a Roma per la fine del mese, il parere definitivo dell’Arpa.
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