Business illecito di volatili da richiamo: indagate 104 persone

Sequestrati 2.500 uccelli vivi. I Carabinieri forestali hanno elevato 44 sanzioni per circa 32mila euro
Un pettirosso - Foto tratta dalla pagina Fb CABS Italia, l'antibracconaggio
Un pettirosso - Foto tratta dalla pagina Fb CABS Italia, l'antibracconaggio
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Si chiama «anello mancante» l’indagine dei carabinieri forestali che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 104 persone e al sequestro di 2500 uccelli vivi. Sono state elevate 44 sanzioni per circa 32mila euro.

I controlli sono stati volti ad accertare la legale detenzione di avifauna e la legge prevede che ogni esemplare per essere detenuto debba essere provvisto di un anello inamovibile in metallo, «che non abbia subito alcun tipo di manomissioni, infilato agevolmente con una manovra assolutamente indolore al tarso dell’animale e senza recare danno quando questo è ancora nidiaceo, in modo che con la crescita dell’animale, e quindi della sua zampa, l’anello risulti non più sfilabile ed unitamente alla documentazione prevista dalla normativa  vigente ne attestano la legittima detenzione» spiegano i Forestali che aggiungono: «Il numero di uccelli rinvenuti evidenzia un business illecito di particolare rilievo, considerato che il valore di mercato di un esemplare “da richiamo” può raggiungere anche 500 euro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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