Bus fermi: perché scioperano gli autisti di Brescia Trasporti

Oggi le rsu degli autisti di Brescia Trasporti si fermano per protestare contro le condizioni di lavoro in azienda
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«Salite sugli autobus per rendervi conto di com’è ridotto il servizio». 

È l’invito che le rappresentanze sindacali unite di Brescia Trasporti fanno ai dirigenti dell’azienda nel proclamare il secondo sciopero in pochi giorni per protestare contro le condizioni di lavoro nella società che gestisce il trasporto pubblico in città. Un’azienda che fa parte del gruppo Brescia Mobilità, controllato dalla Loggia.

Dopo lo sciopero del 24 marzo, oggi gli autisti si astengono dal servizio per ventiquattro ore, con fasce garantite tra le 6 e le 9 e tra le 11.30 e le 14.30.

Al centro delle rimostranze dei sindacalisti Cgil, Cisl, Uil, Cobas e Faisa c’è innanzitutto la questione degli stipendi dei nuovi assunti. Chi è arrivato dopo il 2014, spiega Maurizio Murari, dei Cobas, «non ha diritto alle indennità previste dagli accordi di secondo livello». Per una quarantina di autisti sui circa 300 totali, questo «si traduce in 250 euro in meno in busta paga al mese».

Gli autisti chiedono poi all’azienda, e anche alla Loggia, di rivedere i tempi di percorrenza. Gli orari attuali «non sono realistici se confrontati con il traffico che c’è in città». Nelle ore di punta «non c’è nemmeno il tempo di fermarsi al capolinea», mentre sono frequenti i ritardi e i salti di corsa. «La gente poi se la prende con noi, ma è tutto il sistema da rivedere - prosegue Murari -. Chiediamo orari che ci consentano anche solo di andare in bagno, ad esempio».

Vi è poi la questione dei circa 200 mezzi, che ormai «stanno diventando sempre più obsoleti». L’età media è di circa «undici anni», troppo alta secondo le rsu. «Fare l’autista è tra i lavori più usuranti, guidare mezzi vecchi comporta problemi di salute, in particolare alla schiena». Senza contare che per i dipendenti «anziani», cioè over 55, daal 2013 è stato cancellato il turno dedicato, che diminuiva i carichi di lavoro.

Tutto ciò mentre «l’officina è sotto organico e riesce a garantire soltanto la manutenzione straordinaria, mentre sull’ordinario è in arretrato».

Le preoccupazioni degli autisti si inseriscono inoltre nel più ampio tema del destino del trasporto pubblico in città e provincia, in vista della nuova gara che verrà indetta dall’Agenzia del tpl. Nel breve periodo, in ogni caso, il tema è «l’impossibilità di avere un dialogo con l’azienda», una situazione che ha portato alle tensioni di queste settimane. 

 

 

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