Bus e metro, possibili rincari del 7,6%: «Senza gli aumenti taglio delle corse»
La ripartenza del trasporto pubblico potrebbe dover fare i conti con gli aumenti dei biglietti. O con nuovi tagli. Il dossier è sul tavolo dell’Agenzia del Tpl di Brescia da qualche settimana. Domani se ne discuterà nell’assemblea dei sindaci convocata dalla Provincia in Broletto e in streaming.
L’aumento annuale tariffario per i titoli di viaggio è obbligatorio e regolato da un regolamento regionale che ne stabilisce il metodo. Nei giorni scorsi Palazzo Lombardia ha fissato per il 2022 un incremento del 7,64% connesso all’inflazione, a cui si aggiungono altri parametri da declinare secondo i singoli contratti di servizio. Le prime delibere. Le Agenzie di Mantova-Cremona e Bergamo hanno già deciso: dal prossimo 1° settembre scatteranno i rincari. A Mantova-Cremona le tariffe cresceranno mediamente dell’8,65% (all’adeguamento 2022 si aggiunge quello non applicato nel 2021). A Bergamo i calcoli prevedono un rincaro del 7,11 % per l’area urbana e del 9,97 % per il servizio interurbano (includendo la quota non applicata negli anni precedenti dell’1,4%).
L’Agenzia orobica è però riuscita a strappare alla Regione una modifica al regolamento: gli aumenti non dovranno essere uguali per tutti i titoli di viaggio (biglietti e abbonamenti). Ma «modulabili». Bergamo ha così deciso di contenere gli aumenti per gli abbonamenti concentrandoli sui biglietti: il ticket urbano di Atb passerà da 1,30 a 1,50 euro.
Il quadro
E Brescia? «L’Agenzia di Brescia - spiega il presidente Giancarlo Gentilini - ha avviato un confronto con i soci, Comune capoluogo e Provincia. Saranno loro a decidere se applicare o no gli aumenti. Ma se i titoli di viaggio non saranno adeguati, sarà inevitabile ridurre chilometri e servizi». La situazione è complessa. I numeri del trasporto pubblico sono stati più che dimezzati dal Covid e ancora oggi manca un 30% di passeggeri rispetto al pre-pandemia. Nel frattempo sono esplosi i costi dell’energia (per la metropolitana) e dei carburanti (per i bus). In sostanza meno ricavi e più costi.
Negli scorsi anni l’adeguamento Istat estivo aveva percentuali esigue che venivano spesso riassorbite o non applicate. Quest’anno c’è un +7,64% che pare ineludibile. L’Agenzia aveva posto il tema durante la conferenza del trasporto pubblico dello scorso 10 giugno. Ora i tempi delle scelte si avvicinano. «L’incremento dei costi va compensato - spiega Gentilini - o con maggiori ricavi, aumentando quindi le tariffe e sperando nella ripresa dei passeggeri; o con maggiori risorse pubbliche. Solo l’adeguamemnto ordinario Istat vale 1,5-2 milioni di euro». Difficile che questi soldi possano arrivare da Stato o Regione.
Già oggi, ricorda Gentilini, la Loggia non solo sostiene i costi della metro, ma mette 8,5 milioni di euro nel budget dei bus, «unico a farlo in Lombardia»; stesso discorso per la Provincia, che stanzia 2,2 milioni di euro.
Le scelte
Quindi o rincari o tagli? Domani mattina, dalle 10 alle 12, il presidente della Provincia Samuele Alghisi ha convocato i sindaci bresciani per fare il punto sul tema.
La preoccupazione di Loggia e Broletto è verso le famiglie, già alle prese con i rincari di bollette e carrello della spesa. Ecco perché Brescia alla fine potrebbe muoversi sulla falsariga di Bergamo. Salvaguardare – per quanto possibile – gli abbonati (cioè i passeggeri più fidelizzati), pensando soprattutto agli studenti e alle famiglie dove vi sono più figli che devono fare l’abbonamento. C’è anche un dato tecnico. Al di là dell’incontro di domani, per prendere qualunque decisione serviranno un passaggio nel cda e un altro nell’assemblea dei soci dell’Agenzia del Tpl. Servirà quasi un mese prima di varare eventuali aumenti. Quindi gli abbonamenti (annuali) che gli studenti sottoscrivono tra agosto e settembre non saranno toccati.
«Siamo fuori tempo massimo» spiega Gentilini. Ma a quel punto avrebbe poco senso modificare i prezzi degli abbonamenti (per ottenere più ricavi) quando la maggior parte è già stata sottoscritta. Altro indizio che porta a pensare che ci si indirizzerà verso un aumento dei biglietti, quelli che utilizzano gli «utenti occasionali». A Bergamo, come detto, i rincari si sono concentrati lì. Il biglietto urbano (valido 75 minuti) è cresciuto di quasi il 16%, arrivando a 1,50 euro.
A Brescia il prezzo del biglietto urbano è fermo dal gennaio 2014, quasi 9 anni fa. Potrebbe essere ritoccato a 1,50. Si vedrà, tenendo conto anche di una campagna elettorale alle porte. Ma poi c’è tutta la galassia di tariffe extraurbane, dove i rincari potrebbero avere valori variabili in base alle varie fasce di percorrenza. Si vedrà.
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