Bus e metro, Brescia prova a congelare i rincari chiedendo fondi da Stato e Regione

È questo l'esito dell'incontro convocato dalla Provincia di Brescia che si è tenuto stamattina in Broletto con i sindaci
Un autobus cittadino - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Brescia prova a congelare gli aumenti delle tariffe del trasporto pubblico. Di fronte all'alternativa rincaro dei biglietti o taglio delle corse di bus e corriere, i sindaci bresciani hanno deciso di batter cassa a governo e Regione per chiedere di aumentare il fondo nazionale trasporti e il contributo regionale al Tpl. 

È questo l'esito dell'incontro convocato dalla Provincia di Brescia che si è tenuto stamattina in Broletto, alla presenza dei vertici dell'Agenzia del Tpl. 
L'urgenza è decidere cosa fare rispetto all'adeguamento Istat fissato a inizio luglio dalla Regione al 7,64%. La rimodulazione territoriale calcolata dall'Agenzia del Tpl di Brescia prevede un aumento del 3,69% per le tratte extraurbane e del 6,37% per l'area urbana (città e 14 comuni dell'hinterland). Ma c'è poi un ragionamento che va oltre la contingenza e guarda ai prossimi anni: se l'obiettivo è sviluppare un trasporto pubblico efficiente, di qualità, per contrastare traffico e smog, al territorio bresciano servono almeno 7,5 milioni di euro in più rispetto al budget attuale. «Per Brescia il fabbisogno si può stimare in circa 7,5 milioni di euro annui che dovrebbero essere reperiti con l'incremento dei trasferimenti statali e regionali» ha spiegato il presidente dell'Agenzia del Tpl Giancarlo Gentilini.

Che fare, quindi?

Il tempo delle (eventuali) scelte è stato posticipato all'autunno. Il presidente della Provincia Samuele Alghisi ha proposto che il territorio bresciano faccia sentire la sua voce a Milano e Roma: «Non è solo un tema di risorse, ma di sviluppo strategico del territorio. Senza servizi come il trasporto pubblico, il territorio si impoverisce». Il sindaco del capoluogo Emilio Del Bono ha ricordato che per la gestione del trasporto pubblico il territorio bresciano riceve da Stato e Regione 56,7 milioni di euro l'anno, il 9% del budget lombardo. Ma la provincia di Brescia ha il 12% della popolazione regionale e rappresenta il 20% del territorio. «Lo squilibrio è evidente. Noi non vogliamo diminuire il servizio, ma aumentarlo. E non possiamo alzare le tariffe, in questo momento storico» ha detto il sindaco.

L'idea è quindi quella di stendere un documento da inviare a Governo e Regione in cui si rivendica il peso del territorio bresciano chiedendo un «investimento strategico» sul trasporto pubblico, aumentato i fondi per la gestione (servirebbero 60 milioni a livello lombardo). Sarà poi chiesto un incontro all'assessore regionale ai trasporti Claudia Maria Terzi a cui parteciperanno Provincia, Comune di Brescia, Acb e una rappresentanza dei sindaci bresciani. Stessa cosa sarà chiesta al nuovo Governo.

Difficile dire se Brescia riuscirà a strappare nuove risorse (per altro a livello statale il fondo nazionale da quest'anno è stato alzato, non il contributo regionale). Ma di certo «è impensabile aumentare i biglietti o ridurre il servizio - ha spiegato la presidente dell'Acb e sindaca di Leno Cristina Tedaldi -. Siamo tutti sindaci, sappiamo che a settembre, con la riapertura delle scuole, inizieranno le giuste lamentele dei cittadini per le corse che saltano i bus sovraffollati. Brescia merita di più». Già. 

 

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