Bulli e cyberbulli: ecco i qr code nelle scuole per contrastarli
C’è chi, anche dopo mesi e mesi in dad, di tornare a scuola non ha proprio voglia. «E questo ci deve preoccupare, sotto il profilo psicologico prima ancora di quello didattico - spiega Luisa Pasini, dirigente del Cfp Lonati -. Non voler più stare in classe è uno dei primi segnali che qualcosa non va.
Se prima della pandemia avevo più o meno una segnalazione di bullismo al mese, adesso ne ho almeno tre, e se arrivano da me significa che non sono bastati gli interventi del coordinatore di classe e dei referenti incaricati da ogni istituto per far fronte a queste situazioni. In quel caso, per lo più, si procede con la sospensione».
Alessandra Rossini, dirigente dell’istituto Sraffa, ha dovuto far vigilare dalla polizia le vie di ingresso alla scuola: «Avvenivano lì - racconta - gli episodi segnalati: insulti e battibecchi tra ragazzine di 14-15 anni, anche per motivi futili, ma tali da suscitare allarme. Ho chiamato le dirette interessate e i loro genitori, questi ultimi del tutto inconsapevoli: una mamma si è messa a piangere quando ha scoperto come si comportava la figlia».
Eppure, secondo Massimo Pesenti, vicepreside del liceo De André, «gli adulti possono fare molto, nel bene e nel male, soprattutto con l’esempio nell’uso dei social». Instagram, TikTok, Whatsapp... sono alcuni dei canali su cui le azioni di bullismo si amplificano e chi è vittima non lo è più solo nello spazio della scuola, ma anche sul web, davanti a milioni di persone.
Il progetto
Da cassa di risonanza del male le nuove tecnologie possono però trasformarsi in uno strumento costruttivo. Avviene ad esempio con il progetto «L’altro come specchio», promosso dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Brescia per la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, il 7 febbraio.
«Si tratta - spiega l’assessora Roberta Morelli - di mattonelle decorate, che però non hanno uno scopo ornamentale, bensì educativo. Sulla loro superficie sono impressi Qr code da cui i ragazzi possono collegarsi a contenuti web con informazioni, riflessioni e contatti sul tema». Il materiale online è stato prodotto dall’azienda Paesaggi di parole e sarà costantemente aggiornato, ogni istituto superiore della città disporrà dai prossimi giorni di un paio di mattonelle da esporre negli spazi più frequentati.
«Il fatto inquietante - riflette Pasini - è la quasi totale incoscienza dei ragazzi, sempre più spesso ragazze, sulla gravità delle loro azioni: significa che non hanno assimilato un valore basilare, il rispetto degli altri». Meno allarmata ma non per questo meno vigile Rossini: «Tante volte sono cose che a noi adulti sembrano piccolezze, atti più verbali che fisici, ma non dobbiamo mai sottovalutarne le conseguenze».
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