Buffalora: passa il tempo, ma resta la puzza
Una terribile ossessione. La puzza che l'anno scorso ha reso un inferno la vita dei residenti di Buffalora è tornata a farsi sentire con il suo corredo di lacrime, mal di testa e nausea per tutti coloro che la subiscono. Dopo un periodo di calma relativa, chi vive nel quartiere si ritrova a segnalare a più riprese all'Arpa gli odori insopportabili.
Silvia, vittima assieme al marito ed al figlio dell'aria malata, parla di una puzza «indefinibile, che ti prende la gola e la testa e rende difficile anche respirare». Come lei, chi vive a Buffalora è rimpiombato nell'incubo e si è attivato per allertare le istituzioni.
«Sul problema da lei (ma non solo) segnalato siamo già intervenuti e sono anche in corso analisi ambientali d'area», si legge nella risposta ad una mail inviata all'Arpa. Le analisi erano iniziate l'anno scorso, a dire il vero, ma non sembrano aver portato all'origine del problema. Di risolverlo manco a parlarne.
«L'odore di catrame lo conosciamo bene - prosegue Silvia -. Ma non c'è solo quello, c'è una puzza peggiore che non si capisce da dove venga».
Sta tornando l'allarme su una vicenda emersa un anno fa. L'estate 2011 venne rovinata a Buffalora dall'aria nauseabonda, tanto che gli abitanti furono costretti a chiudersi in casa per sfuggire al nemico invisibile, le cui vampate arrivavano in tarda mattinata e nel primo pomeriggio. L'Asl non aveva escluso pericoli per le vie respiratorie, soprattutto per i più piccoli. Mentre l'Arpa si era attivata per capire le cause. «Nel quartiere ci sono parecchie possibili sorgenti, ovvero stabilimenti con attività produttive che possono causare odori uguali o simili a quello lamentato», aveva dichiarato il direttore Giulio Sesana.
Attualmente le possibili sorgenti sono ancora tutte lì e tra i residenti torna quel senso di amarezza che aveva portato il rappresentante del Codisa, Valerio Beccalossi, ad accusare Comune, Provincia e Asl: «Siamo abbandonati dalle istituzioni».
Il Comitato difesa salute e ambiente aveva promosso due raccolte di firme con centinaia di adesioni per chiedere interventi diretti. Le risposte non sono mai arrivate ed ora si confida nelle nuove rilevazioni annunciate dall'Arpa. Per il momento i residenti cercano di arrangiarsi tenendo le finestre chiuse e riparando in casa quando la puzza è troppo intensa. Di respirare, ovviamente, non possono fare a meno.
Emanuele Galesi
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