Brixia Sviluppo, l'addio non ferma l'inchiesta
Era stata auspicata, sostenuta, difesa, lodata, rivendicata. Allo stesso tempo, contro di lei erano arrivate critiche, un ricorso al tar, accuse di illegittimità. Ascesa e caduta di Brixia Sviluppo, l'immobiliare della Loggia nata nel dicembre 2008 e archiviata pochi giorni fa: il cda si è dimesso, la società si è fusa in Brescia Infrastrutture, il presidente Riccardo Franceschi ha passato il timone al direttore generale del Comune, Alessandro Triboldi.
Tre anni di vita e quattro operazioni immobiliari sempre sul filo della polemica: i 4,8 milioni per la nuova sede della Circoscrizione Est; i 153mila euro per l'acquisto dei campi a Guidizzolo, nel Mantovano, per farvi traslocare i Sinti di via Orzinuovi; il milione e 700mila euro per la nuova sede della Polizia Locale in via San Faustino. E poi, la madre di tutte le operazioni: l'ex Oviesse, ora sede di Buonissimo. Comprata per 8,7 milioni di euro dalla Sifra Immogest per scongiurare il paventato avvento dei cinesi. Un'operazione su cui la Procura sta indagando a partire da un esposto presentato da Cesare Giovanardi, secondo cui il prezzo pagato per l'immobile è stato «gonfiato». L'inchiesta va avanti. Dopo il primo interrogatorio fiume di Giovanardi, oltre quattro ore, avvenuto in settembre, gli inquirenti hanno proseguito il loro lavoro nel tentativo di ricostruire i passaggi della compravendita. Sono state sentite alcune figure collegate all'operazione, anche se al momento non risulta che siano stati sentiti l'ormai ex presidente di Brixia Sviluppo, Riccardo Franceschi, e i rappresentanti della Sifra. Lo stesso Franceschi tiene a precisare «di non essere iscritto nel registro degli indagati» e di essere pronto a fornire alla Procura tutta la documentazione e le spiegazioni necessarie a chiarire la vicenda.
Nell'inchiesta si sta cercando anche di chiarire il ruolo svolto da Bruno Bolzoni, l'ex candidato consigliere comunale per il Psdi a sostegno di Paroli, che nell'estate 2008, due mesi dopo le elezioni, provocò un terremoto in città annunciando l'interesse di un gruppo di imprenditori cinesi sull'ex Oviesse. Dando un forte impulso all'acquisto da parte della Loggia.
Lo scioglimento di Brixia Sviluppo non ferma le indagini. Esce però di scena uno strumento definito «moderno e innovativo», nato per «contribuire al rilancio del centro storico». Rispetto a tre anni fa, il quadro economico è cambiato. Una società immobiliare rischiava di essere un lusso, di non avere fondi sufficienti per operare, di non trovare una propria vocazione. Anche perché a guardare le quattro operazioni condotte emergono finalità divergenti. Nel 2009 la Loggia approvò un aumento di capitale di 3,5 milioni per la società. Chi avrebbe il coraggio, o la possibilità, di farlo ora? E, soprattutto, per fare cosa? Si chiude la serranda. Forse, senza nemmeno troppi rimpianti.
Emanuele Galesi
e.galesi@giornaledibrescia.it
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