Brindisi e colpi di pistola nei festeggiamenti in piazza Vittoria
Piazza Vittoria, l’orologio segna ancora 23.59 ma noi stappiamo una bottiglia di spumante e offriamo da bere a dei ragazzi asiatici, filippini sembrerebbe, che stanno accendendo lanterne cinesi di fianco a noi, sotto l’Arengario.
Abbiamo appena passato un bicchiere che uno dei ragazzi tira fuori una pistola dalla giacca. Metallo, niente tappino rosso, spara in aria tre distinti colpi e il tempo si cristallizza mentre i bossoli atterrano al rallentatore e mi pare quasi di sentirli tintinnare nonostante il fracasso dei botti. (...). Il giovane abbassa la pistola, per una frazione di secondo penso «ha ancora colpi».
Alza di nuovo la pistola al cielo, spara altri tre colpi in aria, la pistola si scarica. Nessuno si è accorto di nulla, il ragazzo non ha fatto del male a nessuno, scatenare il panico non ha senso. (...). Cerchiamo una pattuglia, ma non c’è polizia in giro. In Piazza Loggia troviamo il cordone di sicurezza del concerto. Segnaliamo l’accaduto, ci rispondono «sarà a salve, mandiamo il collega a controllare».
(...) Torniamo in zona Arengario e chiamiamo il 112, era mezzanotte e 16 minuti. I ragazzi sono ancora lì, nel caos mi avvicino abbastanza per raccogliere un bossolo. A 8 minuti dalla chiamata arrivano poliziotti a piedi. I poliziotti hanno controllato il bossolo dicendo «eh ma è una scacciacani». Poco allarmati hanno avvicinato i ragazzi, controllato che uno di loro non portasse armi addosso e se ne sono andati. Mi resta il ricordo di una piazza piena di persone e neppure una volante in zona. (...) Spesso fa più morti il panico rispetto ad un’arma. Mi resta il sollievo che i botti abbiano coperto gli spari, tanto che nessuno si sia accorto di nulla.
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