Brescia vuole il tram cittadino: il progetto prende forma
Un servizio articolato su tre linee, 23 km di nuovi binari, 40 fermate, 20 treni, 1,5 milioni di km l’anno e una frequenza di 7 minuti e mezzo.
Il progetto del nuovo tram cittadino pensato per coprire i quartieri non serviti dal metrò inizia a prendere forma. Lo studio di fattibilità elaborato da Brescia Mobilità e Ferrovie dello Stato è stato «validato» dalla giunta comunale il 21 dicembre, autorizzando così la presentazione dell’istanza di cofinanziamento al Ministero delle Infrastrutture.
Ieri la richiesta è stata spedita a Roma (il bando scade il 31 dicembre). Per avere una risposta ci vorranno almeno nove mesi: solo allora si saprà se il progetto resterà sulla carta o diventerà realtà. Il contributo statale è infatti condizione «necessaria» per andare avanti, anche se «non sufficiente».
Le «variabili» sono molte, spiega Emilio Del Bono, a partire dalla copertura dei costi di gestione. Di certo, assicura il sindaco, «non faremo il passo più lungo della gamba». Un atteggiamento prudente che non toglie le «buone chance» del progetto bresciano.
La nuova tramvia prevede la posa di 23 chilometri di nuovi binari e tre linee di servizio. La prima (chiamata T2) va dalla Pendolina alla Fiera, passando per il centro; la seconda (T3) va dal Violino a sant’Eufemia; la terza (T4) prevede il servizio tra la Fiera e sant’Eufemia.
La proposta prevede che il 35% del tracciato sia in sede propria, ma la Loggia punta ad alzare questa quota per garantire «velocità e regolarità», elementi che fanno la differenza nella scelta del mezzo di trasporto. Niente fili in centro storico, si sfrutteranno «batterie» sui mezzi.
L’investimento ammonta a 391 milioni: la proposta bresciana è quella di un «project financing» e in questo caso il cofinanziamento statale non può superare il 49%. La Loggia ha poi chiesto il 100% per le opere complementari, parcheggi, riqualificazioni, fermate. In tutto 60,2 milioni. Da Roma si aspettano insomma 252 milioni. C’è anche la versione light, se le risorse non dovessero bastare.
La priorità funzionale è la sola T2: in questo caso i costi si abbassano a 222 milioni, più 47 di opere complementari, con richiesta a Roma di 157. Se la risposta sarà positiva, serviranno 4 anni per progetti e autorizzazioni e 4 anni di lavori. La prima corsa? Nel 2027.
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