Brescia ricorda la bomba di piazzale Arnaldo di 47 anni fa
«Non devono mai cessare i nostri sforzi perché i valori della libertà e della democrazia siano alimentati, essi non sono dati per sempre». Parole della sindaca Di Brescia Laura Castelletti, pronunciate stamattina in piazzale Arnaldo davanti alla lapide che ricorda Bianca Gritti Daller, la professoressa sessantenne uccisa dalla bomba esplosa sotto il porticato il 16 settembre 1976. I feriti furono dieci, fra loro due carabinieri, Giovanni Lai e Carmine Delli Bovi, intervenuti per spostare l’ordigno dietro una colonna.
Senza questo intervento le vittime sarebbero state certamente di più. L’attentato fu opera della criminalità comune, con legami, si sarebbe scoperto poi, con il mondo del terrorismo. Due anni dopo la Stage di piazza Loggia, questa seconda bomba contribuì a rendere ancora più grave l’emergenza democratica, suscitando la ferma risposta delle istituzioni e della società bresciane.
«L’attentato - parole ancora della sindaca - era un’altra pagina oscura, inserita nei terribili anni di piombo, quando, con la strategia della tensione, si pensò di approfittare delle debolezze della nostra democrazia» per cancellarla. Fare memoria, ha detto Castelletti, «è un impegno indispensabile per ridare dignità alle vittime». Bianca Gritti Daller, ha sottolineato il vescovo Pierantonio Tremolada, «era una vittima innocente. È molto facile che la violenza colpisca gli innocenti, e proprio per questo bisogna rendere loro giustizia, facendo memoria del loro sacrificio».
Alla cerimonia hanno partecipato, oltre alle autorità, anche alcuni studenti del Liceo Calini. Lorenzo ed Emma, studenti della quinta E, hanno letto alcuni brani del diario di Bianca Gritti Daller.
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