Brescia ricorda ancora la bomba di piazzale Arnaldo
Era il 16 dicembre 1976 quando una bomba, confezionata in una pentola a pressione, scoppiò sotto il portico all’angolo con via Turati in piazzale Arnaldo in città, causando la morte della professoressa Bianca Daller Gritti e il ferimento di dieci persone. Il brigadiere Giovanni Lai e il carabiniere Carmine Delli Bovi intervennero per spostare l’ordigno rimanendo gravemente feriti, ma riuscirono a evitare che la tragedia fosse ancora più grave.
Brescia ogni anno ricorda quel giorno, ma soprattutto ricorda la professoressa Daller Gritti e i feriti con una cerimonia davanti alla targa che commemora il tragico giorno: «Ringrazio il figlio e i familiari che partecipano sempre a questo momento – ha detto l’assessore Marco Fenaroli -, l’arma dei carabinieri, il prefetto e il questore. Ci stringiamo per questo momento di storia tragica per la nostra città. Un attentato attribuito prima alla criminalità, negli anni alla criminalità organizzata e al terrorismo. La città in quegli anni era attraversata da molti dubbi, eravamo già segnati dalla strage di piazza Loggia. Ricordare anche questa morte è importante».
Alla cerimonia hanno partecipato anche alcuni studenti del liceo musicale Veronica Gambara che hanno letto alcuni brani tratti dal diario di Bianca Deller Gritti «Rapsodia familiare in tre tempi». «Abbiamo il dovere di ricordare le persone che sono morte o sono state ferite a causa di attentati di violenza – ha detto il sindaco Emilio Del Bono - . Si impoverisce l’intera comunità ogni volta che perdiamo una persona, perché le vicende biografiche di una persona sono anche esperienze collettive. Questi momenti ci fanno riflettere sulla fragilità della democrazia: noi abbiamo conosciuto la fragilità delle istituzioni e vissuto momenti molto turbinosi, che però hanno visto la comunità schierarsi in modo netto dalla parte delle istituzioni. Solo una piccola parte ha provato ad interrompere il pregresso della democrazia e ha provato a farlo con il terrore. Ogni volta rinnoviamo un patto per la democrazia e un impegno che ci spinge a coltivare i valori civili che sono scritti nella costituzione, che ci appartengono ma che possono anche sbiadire».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato