Brescia-Parma, i «Colleoni» restano in prova
Meno di una settimana fa sotto le finestre di Palazzo Lombardia a Milano è andato in scena il presidio dei pendolari contro i disservizi del servizio ferroviario regionale. Così, le parole dell’amministratore delegato di Trenord, ascoltato ieri in commissione «Territorio e infrastrutture», suonano quasi come una risposta indiretta alle tante voci di protesta che si sono levate.
La visione a tinte fosche è completamente respinta da Marco Piuri, secondo cui «il servizio è in costante miglioramento» grazie al «progressivo ingresso di nuovi treni e a una manutenzione più efficace». Anche se, aggiunge, questo miglioramento «si scontra con i limiti di un’infrastruttura satura», come nel caso della Milano-Brescia-Verona. Qui «la puntualità è tuttavia salita di ben 13 punti (rispetto al 2019, ossia all’epoca pre Covid, ndr), e ha raggiunto il 75%».
A dire il vero, sono gli stessi pendolari ad ammettere che su quella linea le cose negli ultimi anni sono migliorate: «Da quando sono stati immessi i nuovi treni i ritardi e i disservizi sono diminuiti - riconosce Emanuele Busi dello storico comitato Sbiancalafreccia -. Tuttavia permane un problema relativo alla sicurezza sia a bordo dei convogli sia in stazione a Brescia. Inoltre è necessario alzare il livello del servizio anche sulle linee "meno fortunate", come la Brescia-Cremona o la Brescia-Parma».
Per quanto riguarda il materiale rotabile Piuri annuncia alcune novità. Entro la fine dell’anno alcuni treni Donizetti entreranno in servizio sui binari della Milano Greco Pirelli-Treviglio-Brescia. Restano invece ancora in prova i «Colleoni» che erano stati inaugurati e poi immediatamente tolti dalla Brescia-Parma per problemi al software: si punta a risolvere al più presto gli inconvenienti tecnici e l’incompatibilità tra il software di bordo e i sistemi di terra che tanti problemi ha creato.
«Accogliamo naturalmente con favore le future migliorie - conclude Busi -. Tuttavia delle questioni che ci riguardano da vicino come pendolari vorremmo tornare a discutere insieme alle istituzioni e a Trenord nei Tavoli di quadrante, che da troppo tempo ormai non vengono più convocati».
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