Brescia Ovest, crolla parte del monumento dell'autostrada A4

Ogni giorno 100mila veicoli transitano a fianco del monumento in metallo ai caduti dell'A4, ma nessuno si era accorto
  • Il monumento in A4 che sarà oggetto di manutenzione - Foto © www.giornaledibrescia.it
    Brescia Ovest, il monumento ai caduti dell'A4, prima e dopo il crollo di una gugllia
  • Brescia Ovest, il monumento ai caduti dell'A4, prima e dopo il crollo di una gugllia
    Brescia Ovest, il monumento ai caduti dell'A4, prima e dopo il crollo di una gugllia
  • Brescia Ovest, il monumento ai caduti dell'A4, prima e dopo il crollo di una gugllia
    Brescia Ovest, il monumento ai caduti dell'A4, prima e dopo il crollo di una gugllia
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Centomila veicoli che passano ogni giorno in quel tratto, eppure nessuno si era ancora accorto del pericolo incombente: una delle guglie del monumento ai caduti dell’autostrada A4, che svetta all’altezza del casello di Brescia Ovest, direzione Venezia, si è spezzata. Ora è lì penzolante e andrebbe rimossa al più presto: la struttura, alta 36 metri, è ricoperta da lastre di ferro e necessita a questo punto di una verifica generale delle condizioni di stabilità. Vederla così, a pochi metri dall’autostrada è poco rassicurante.

Impossibile stabilire quando sia avvenuto il crollo parziale, ma non è da escludere che sia legato al vento e alle piogge che lunedì 29 ottobre hanno sferzato il nord Italia, Brescia compresa. 

Il monumento, disegnato dall'architetto Bruno Fedrigolli (ecco una selezione delle sue opere, fotografate da Ottavio Tomasini) venne eretto nel 1964 in ricordo delle 6 persone morte durante la realizzazione dell’autostrada A4: Angelo Colombo (contitolare dell’impresa costruttrice di un tratto della autostrada), Bettino Cava, Giacomo Licini, Luigi Minotti, Abramo Motta e Giuseppe Motta. L’altezza, trentasei metri, corrisponde al numero degli anni di Colombo quando venne investito e ucciso da un’auto il 24 dicembre 1962. Con le sue sei punte bene evidenti, da cinquant’anni costituisce uno dei riferimenti visivi per chi viaggia. E ormai ci si è fatta l’abitudine, tanto da non notare il danno evidente.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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