Brescia Musei, il nuovo contratto è già un caso

Polemica in commissione Cultura sul nuovo contratto che deciderà il destino, tra gli altri, di Capitolium, Santa Giulia e Castello.
Cultura: si scaldano gli animi
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Improvvisamente l’aula si scalda e il clima conviviale dei minuti precedenti cambia. Laura Castelletti alza i toni, il direttore di Brescia Musei Luigi Maria Di Corato cambia espressione, i consiglieri chiedono risposte. Tutto ruota attorno al nuovo contratto di servizio della Fondazione, soltanto accennato durante la presentazione del direttore di recente nomina di fronte alla commissione Cultura riunita in Loggia, in cui il professionista scelto da sindaco e vicesindaco si era concentrato più su una sorta di “filosofia del museo”. Interessante, ma la sostanza è altrove.

Lo capisce l’ex sindaco e attuale consigliere comunale Adriano Paroli, che chiede se sia vero, com’è trapelato, che il nuovo contratto che legherà Comune e Fondazione preveda una notevole autonomia per quest’ultima, con una concessione ventennale del patrimonio storico come Santa Giulia, il castello o l’area archeologica del Capitolium, e che soprattutto il documento debba essere votato entro la fine dell’anno. In teoria l’attuale contratto scadrebbe a giugno, ma la volontà sarebbe quella di anticipare i tempi.

Apriti cielo: il vicesindaco e assessore alla Cultura, Laura Castelletti, nega che si voglia arrivare all’approvazione del contratto in consiglio comunale già a dicembre, e rimanda tutto alla definizione della bozza. “Quando sono pronta ve la porto e ne discuteremo nei tempi previsti, di sicuro entro giugno”. Sul tema, Di Corato, che sempre secondo indiscrezioni avrebbe un ruolo centrale nell’elaborazione del nuovo contratto, non è voluto intervenire.

Ora, non resta che attendere le prossime settimane, quando la bozza citata da Paroli verrà resa disponibile a tutti i consiglieri. Di certo, il fatto che la Fondazione Brescia Musei stia lavorando assieme agli uffici comunali al contratto che la riguarda direttamente, come dichiarato dalla stessa Castelletti, può alimentare ulteriori polemiche: è vero che si tratta di un organismo che discende dalla Loggia, che ha propri rappresentanti nel direttivo e che propone il direttore, ma si tratta pur sempre di un ente terzo. Che alla Loggia, e al consiglio comunale, dovrebbe comunque sottostare, e non viceversa.

Emanuele Galesi
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