Brescia «laboratorio di innovazione digitale ed ecologica», l'incontro al GdB
Una capitale dell’ecommerce gestito da giovani imprenditori. Brescia è la sesta provincia italiana per numero di imprese che vendono prodotti su internet: dai vestiti alle opere d’arte, dalle bici ai mobili. Sono ben 826, quattro su 10 guidate da under 35. Per altro, ospitiamo centri Amazon che servono il Nord Italia, mentre l’aeroporto di Montichiari è un hub nazionale di smistamento di Poste per l’ecommerce. A Brescia - complice l’accelerazione imposta dal Covid - l’innovazione digitale trova spazio. È un fenomeno che riguarda anche altre medie città italiane in trasformazione, più ricettive - per cultura e dimensioni - verso fenomeni innovativi.
«Brescia "Città Italia"» è il titolo dell’incontro in programma martedì 5, alle 18, nella nostra Sala Libretti. Il tema: «Visioni per una nuova agenda di innovazione ecologica e digitale della provincia italiana». Ci saranno Roberto Bernabò (vice direttore del Sole 24 Ore), Davide Dattoli (fondatore di Talent Garden) e la vice direttrice del GdB, Anna Masera. Per partecipare in presenza è necessario iscriversi: salalibretti@giornaledibrescia.it oppure 030/3790212.
L’occasione per il confronto è l’uscita, in abbinamento con il nostro giornale e con il Sole 24 Ore (12,9 euro, più il costo del quotidiano), del libro di Bernabò «Città Italia», con il sottotitolo «Dieci visioni e dieci città per una nuova Agenda della provincia italiana». Uno dei dieci capitoli è dedicato a Brescia con l’intervista a Dattoli. L’obiettivo del libro, attraverso le conversazioni con imprenditori, studiosi e manager, è offrire a chi deve governare percorsi possibili verso il futuro all’insegna delle innovazioni digitali e green. Il titolo del capitolo bresciano è «I giovani, la ribellione ai genitori e le competenze da costruire nelle città».
Dattoli insiste sul tema della formazione
«La digitalizzazione - sottolinea - è una delle competenze chiave, perché impatta su tutti i settori». Il futuro passa da qui. Nei dieci anni di Talent Garden «abbiamo capito che prima di tutto devi lavorare sulla formazione, aiutando le persone ad avere le giuste competenze, facendole poi lavorare una accanto all’altra». Attenzione, però: «Il coworking non è uno spazio fisico dove mettere dieci tavoli. Ma è costruire un ecosistema, che tiene insieme lo spazio fisico, la formazione, le imprese più grandi, i laboratori di innovazione». Bisogna realizzare «una filiera di saperi».
Dattoli indica la strada, è anche un messaggio alla società bresciana: «Serve uno sforzo congiunto con associazioni di categoria, imprese, università, enti di formazione professionali, coordinando tutte le energie». I giovani devono avere il coraggio e le competenze per innovare. Non è facile creare e soprattutto sviluppare una start up.
Tre, secondo Dattoli, gli elementi che servono per superare i limiti attuali: le università come incubatrici, il ritorno dei cervelli che hanno esperienza internazionale, la disponibilità del capitale per affrontare la sfida del mercato globale. Quando si lancia una start up, sostiene Dattoli (e la storia di Talent Garden è lì a dimostrarlo), bisogna guardare e allargarsi oltre i confini. «Credo alle radici su un territorio - spiega - ma è fondamentale imparare dal mondo».
Nel libro di Roberto Bernabò si parla di storie legate a città come Bolzano, Trento, Ferrara, Padova, Parma, Messina. Smart City, mobilità sostenibile, cultura, politiche sociali e demografiche, inclusione, sono alcuni dei temi. Appuntamento martedì, ore 18, in Sala Libretti.
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