Brescia e Bergamo, «città sorelle» unite dalla marcia della pace
La pace non è un traguardo che appare e scompare all’improvviso. È un percorso continuo, anche faticoso, che richiede impegno in prima persona. Ed è un risultato che si conquista passo dopo passo. Ne sono convinti il Coordinamento degli enti locali per la pace e i diritti umani di Bergamo e il Coordinamento degli enti locali per la pace e la cooperazione internazionale di Brescia, che hanno trasformato il concetto «in una grande marcia che dopodomani, domenica 7, unirà i due territori».
Due comunità, quest’anno capitali della cultura, che si fonderanno e uniranno nella richiesta di pace, proprio dove i confini delle due province si toccano. Se le partenze saranno due (a Bergamo alle 8.30 dal Palacreberg e Brescia alle 9 al capolinea 3 al villaggio Badia), l’arrivo, stimato fra le 15 e le 16, sarà uno solo. I due serpentoni, per i quali si sono già iscritti 4.300 partecipanti e 120 associazioni, si uniranno sul ponte Sara Giusi di Palazzolo.
Da qui raggiungeranno il Parco Metelli per assistere all’evento «Parole&musica», raduno festoso con ospiti d’eccezione, da sempre impegnati nell’affermare l’importanza della giustizia sociale quale premessa fondamentale della pace. A loro si alterneranno sul palco figure istituzionali e gruppi musicali. Interverranno don Luigi Ciotti; Cecilia Strada; don Fabio Corazzina; Martina Pignatti Morano e Flavio Lotti e si esibiranno «I mercanti di liquore» e «Le Endrigo». I 27 km di marcia da Bergamo e i 24 da Brescia porteranno i partecipanti ad attraversare 18 Comuni sui due territori per scoprirne le bellezze e conoscere tante realtà che allestiranno stand e momenti di ristoro (info www.bergamobresciaincammino.it).
Processo da esercitare
«La pace è un processo che va esercitato - ha esordito a palazzo Broletto il consigliere Roberto Bondio, delegato alle Politiche sociali e disabilità - che richiede partecipazione e condivisione. Mettersi in cammino insieme è un gran messaggio». «È necessario rimettere al centro la pratica dell’incontro nella promozione della pace - ha aggiunto Camilla Agostino, presidente del Coordinamento degli enti locali per la pace e la cooperazione internazionale di Brescia -. È un impegno di ogni soggetto quello di incontrare altri, di starci a fianco e di camminare parlando e discutendo».
«Due partenze, un unico arrivo. Partire da due punti geografici differenti per arrivare a un solo punto di arrivo. Partire da due punti di vista differenti, mirando a un punto d’incontro più che ad affermare le singole individualità - ha aggiunto Agostino Zanotti, vicepresidente del Coordinamento degli enti locali per la pace -. Non si tratta di compromessi, ma di cercare vie alternative per potersi incontrare in un punto differente, in una sintesi nuova ed inedita. Importante per sottolineare la valenza di Brescia e Bergamo Capitale della cultura perché non è possibile parlare di pace senza parlare e diffondere cultura».
«La pace - ha concluso Zanotti - non compare improvvisamente nella storia dei popoli, delle nazioni, delle persone. Sviluppare e promuovere una cultura di pace impone un lavoro puntuale sui tanti, diversi e complessi fenomeni in atto. Non c’è pace senza giustizia sociale e ambientale, senza accoglienza, dignità e diritti umani».
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