Brescia e Bergamo: «Chiediamo alle imprese di essere creative»
E se i veri «tesori nascosti» che la Capitale della Cultura dovrà portare alla luce fossero la creatività e l’imprenditorialità di Brescia e Bergamo? Più che su arte, paesaggi ed enogastronomia, le due amministrazioni che in coppia stanno lavorando sull’appuntamento del 2023 sembrano scommettere sull’appeal che inventiva e ricerca, opportunamente incanalate in forme e linguaggi, potranno offrire al grande pubblico.
Così almeno si può leggere l’appello lanciato ieri al mondo imprenditoriale e dell’economia da parte dei sindaci Emilio Del Bono e Giorgio Gori, che hanno fatto il punto sul percorso avviato per la stesura del dossier da inviare entro gennaio al Ministero. Sotto il titolo complessivo di «Città illuminata» («un aggettivo dalle molte risonanze - hanno sottolineato i due sindaci -, che parla di luce fisica ma anche di illuminismo, di capacità di illuminare il mondo attorno e di illuminazione come apertura mentale»), il filone dedicato alla «Città che inventa» chiama in causa proprio il meglio della capacità visionaria (e finanziaria, naturalmente) del tessuto economico bresciano.
«Chiediamo alle imprese di essere creative non solo nel raccontare ciò che fanno, ma anche nel proporre azioni che restino nel tempo» ha esplicitato Gori. «Dopo le prime 405 proposte arrivate sui nostri tavoli, le porte restano aperte - ha aggiunto Del Bono - per accogliere idee su eventi ma soprattutto su interventi che lascino segni definitivi sul territorio». In questa chiave va letto anche l’incontro di martedì con il Consiglio generale di Confindustria Brescia e la Giunta camerale della Camera di Commercio cittadina: «Vogliamo che le realtà territoriali, ma anche tutti i cittadini, percepiscano l’appuntamento del 2023 da protagonisti, non da spettatori passivi». E per quanto riguarda gli imprenditori e gli operatori economici e finanziari, anche come sponsor: le due Amministrazioni auspicano che i 5 milioni di finanziamento messi a disposizione da Intesa San Paolo possano raddoppiare grazie all’intervento dei privati «chiamati a investire sul patrimonio - ha specificato Del Bono -. I progetti si conoscono: il Museo del Risorgimento, il Corridoio Unesco, la sezione romana del Museo di Santa Giulia, l’ascensore del Castello, ma anche un progetto sulle fontane e il riordino di via Gasparo da Salò e via Dieci Giornate».
I progetti bresciani viaggiano in parallelo con quelli condivisi con Bergamo, soprattutto sui grandi festival di musica e teatro e le mostre. Oltre che sugli eventi che apriranno e chiuderanno le manifestazioni, su cui però si sta ancora lavorando. Come sul logo che connoterà il progetto: «Sono arrivate 33 proposte, entro ottobre la scelta». I tempi per l’avvio della campagna di promozione stringono.
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