Brescia: da terra inquinata a nuova terra dei fuochi?

Che la provincia di Brescia sia un territorio inquinato è certo, che sia diventata la nuova Terra dei Fuochi è un’ipotesi. Almeno per ora
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Fare presto e bene. Le inchieste, gli eventuali processi e le relative sentenze. Servono fatti, certezze, punti fermi.

Che la provincia di Brescia sia un territorio inquinato è certo, che sia diventata la nuova Terra dei Fuochi è un’ipotesi. Almeno per ora.

Tocca alla magistratura fare chiarezza e appurare se Brescia è la nuova capitale italiana dello smaltimento illegale dei rifiuti. Il tema ambientale è troppo importante e delicato perché resti prigioniero di opinioni, sensazioni, giudizi che non siano suffragati dai fatti.

Alla magistratura si chiedono sentenze, non analisi sociologiche. Dopo le frasi riferite dal procuratore aggiunto di Brescia Sandro Raimondi alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie, ci aspettiamo che dai tribunali giunga in tempi brevi la verità sull’esistenza o meno nel Bresciano di un fenomeno così grave e drammatico. C’è di mezzo la nostra salute, innanzitutto, ma non solo.

In gioco - oltre ad un generico senso di giustizia - ci sono la fiducia dei cittadini in chi deve vigilare, la credibilità delle istituzioni, l’adesione alle regole da parte del sistema economico. Il procuratore Raimondi, nel suo intervento davanti a deputati e senatori, ha disegnato un panorama inquietante: un traffico illecito di rifiuti che dal Sud ha preso la rotta verso Brescia ed imprese del settore che agiscono senza più bisogno della criminalità organizzata. Significa un tessuto imprenditoriale, politico e sociale malato, dove prospera il germe dell’illegalità. Sarebbe drammatico

Conosciamo (anche se ancora soltanto in parte) il pesante dazio pagato dal nostro territorio e dal nostro ambiente alla industrializzazione. Storia di ieri e di oggi. Il procuratore Raimondi, con la definizione «nuova Terra dei Fuochi», proietta una gigantesca ombra sul nostro futuro.

La disaffezione dei cittadini alla cosa pubblica, lo scoramento verso il futuro, l’invidia e la rabbia sociale sono ad un livello molto alto anche nel Bresciano, terra tradizionalmente moderata: il tema ambientale va maneggiato con cura per evitare si aggiunga nuova tensione. Intendiamoci: si deve cercare la verità, con coraggio, determinazione, trasparenza. Chi ha inquinato, chi ha commesso dei reati, chi ha trasformato in un affare da codice penale l’attività di tutela dell’ambiente va perseguito e deve pagare. 

Distinguendo le responsabilità. Senza sparare nel mucchio. Non stiamo affermando che l’allarme lanciato dal procuratore Raimondi significhi questo: diciamo, semplicemente, che questo è il rischio se non si fa luce su fatti e persone. Perciò, per cancellare le ombre, si faccia presto e bene. Inchieste, processi, sentenze. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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