Brescia dà l'addio a Giulio Cittadini, sacerdote partigiano
Una voce libera e limpida e un uomo di cultura, una mente critica ma anche una persona gioviale. Soprattutto, un sacerdote partigiano tra i protagonisti della Resistenza bresciana, capace di fare la Storia di un intero territorio per buona parte del Novecento e per i primi anni del XXI secolo.
È stato ricordato con queste e con tante altre parole Padre Giulio Cittadini, spentosi nella notte tra l’1 e il 2 agosto all’età di 95 anni. A dare l’addio al Padre centinaia di bresciani e svariate istituzioni laiche e religiose, che hanno voluto partecipare ai funerali presieduti da monsignor Pierantonio Tremolada nella chiesa di Santa Maria della Pace in città.
Proprio il vescovo ha voluto ricordare don Cittadini con un’immagine tanto nitida quanto significativa: «Un uomo umile che ha offerto la sua testimonianza senza la pretesa di essere grande. Lo è stato di fatto e di questo noi ne siamo riconoscenti».
Classe 1924, partigiano nelle file nella 76esima Brigata «Garibaldi», fu ordinato sacerdote in seno alla congregazione dei Padri di San Filippo Neri nel 1950. Resta indimenticata la sua partecipazione alla Resistenza contro l’oppressione nazi-fascista, tanto da essere insignito della Medaglia della Liberazione dal Governo Italiano nel 2015.
Innumerevoli i ricordi ad omaggiare una figura conosciuta e particolarmente apprezzata dal punto di vista umano.
Il padre sarà sepolto proprio nella cripta della sua chiesa, quella che per decenni è stata la sua casa e dove ora riposerà per sempre.
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