Brescia come Hogwarts per l’European Quidditch Cup
Il boccino d'oro è un arbitro super partes a cui rubare (senza contatto!) la pallina che porta appesa alla schiena; i tre anelli ricordano in pieno quelli descritti da J.K. Rowling in Harry Potter; le squadre sono miste, come ci si aspetta da uno sport che si proclama fin da sempre inclusivo e i bolidi arrivano davvero addosso a giocatori e giocatrici con impietosa forza (non mancano arcate sopraccigliari rotte). Ah, sì: ci sono anche le scope, che però sono semplici bastoni da cavalcare per tutta la partita.
Se dovessimo paragonare il Quidditch a qualche sport babbano, potrebbe ricordare la pallamano, il rugby, palla avvelenata. D'altra parte l'obiettivo è centrare gli anelli con la palla. Ma è davvero poco inquadrabile, perché nasce di fatto in letteratura, in un mondo stregato che è assai diverso dalla realtà. La rivincita (sportiva) dei potterhead, insomma.
Il torneo tenutosi nel fine settimana allo stadio Invernici di Brescia, l'European Quidditch Cup Division 2, è stato un'occasione perfetta per capire meglio di cosa si tratti. Ma, soprattutto, è stato un momento ideale per provare il potere comunitario dello sport. Le squadre erano sì avversarie, ma solo quando impegnate sui sei campi da gioco installati.
Fuori una babele di voci, un caleidoscopio di divise e un'eterogeneità umana che hanno dimostrato come il Quidditch avvicini le persone rompendo i confini. Arrivando si potevano cogliere uno spiccato accento british (probabilmente un giocatore degli Oxford Mammoth), oppure una accorata telecronaca in lingua difficilmente identificabile in diretta da bordocampo; si sono intraviste felpe curiose come quella dell'University of Sidney Quidditch Club (anche se il torneo era europeo); e si scorgevano nel caos le divise della squadra della nostra città, la Bombarda Brixia, che si è piazzata decima su ventiquattro squadre partecipanti, poco dietro all'altra squadra italiana, la Hinkypunks Bologna, ottava. «»
«Le squadre sono arrivate da undici nazioni», ci svela Beatrice Segalini, tournament's director e giocatrice per la Bombarda. «Sono state giornate intense, abbiamo organizzato la coppa coordinando le esigenze di tutti: culturalmente e burocraticamente c'erano tante differenze. Alla fine ci sono state solo facce contente, quindi siamo felici».
Sabato e domenica, dunque, ognuna delle squadre ha disputato quattro incontri per giornata, partendo dalla fase a gironi per arrivare agli scontri diretti e alle partite finali. A trionfare sono stati i giocatori e le giocatrici della Dementores A Coruña (i favoriti) seguiti dai Bielefelder Basilisken.
E il pubblico? Tanti gli appassionati, molti i curiosi e, come racconta Junia Amanti, assistente di Segalini e presidente dell'Associazione Italiana Quidditch, parecchi i bimbi e le bimbe con i mantelli e le sciarpe della propria casa di Hogwarts.
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