Brescia Antica: felice di essere di tutti
Il centro è di tutti. Da questo assunto nascono tanto la forza quanto le possibili criticità di Brescia Antica, il quartiere «salotto» della nostra città. Comprende quanto di più bello e storico c’è: via Musei, piazza del Foro, corso Zanardelli ed il Teatro Grande, piazza Arnaldo, il Duomo, parte del Colle Cidneo e del Castello.
Ma non solo: il quartiere si estende verso zone meno «luccicanti», come ad esempio via Diaz e il settore del carcere. Il centro è di tutti perché, almeno idealmente, ogni bresciano - anche chi abita in provincia - può identificarsi con i simboli che il quartiere di Brescia Antica racchiude. Ed è di tutti perché è catalizzatore, più di qualsiasi altra zona della città, del turismo e della «dolce vita» degli aperitivi, delle cene (anche all’aperto, in questa bella stagione), delle iniziative culturali, delle visite.
Ma se il centro è di tutti, come convivono «tutti» con il centro? Come si può armonizzare la valenza pubblica del quartiere con le necessità di chi ci abita e di chi ci lavora? Qui si gioca tutta la partita. Cosa va e cosa no. Brescia Antica è viva, ma forse più di notte che di giorno, fatte salve alcune porzioni del quartiere, comunque molto composito al suo interno. E così chi ci abita e chi ci lavora sogna una vivacità che sia quotidiana.
La convivenza con i turisti è buona - i visitatori vengono dalle altre zone d’Italia e pure dall’estero -, anche se l’afflusso di persone non sempre fa rima con un buon indotto per i negozi. Meglio vanno i ristoranti ed i bar. E se negli ultimi anni si è registrata una crescita dei bed & breakfast, non si può dire che siano popolati da veri e propri turisti: i clienti sono perlopiù persone che raggiungono Brescia per lavoro. I negozi sono spesso in difficoltà. Molti chiudono, fiaccati dalla concorrenza dei centri commerciali che drenano clienti, fiaccati dal boom dell’e-commerce.
Sul tavolo c’è poi il tema delle pedonalizzazioni e delle Ztl. I residenti, anche se non sono moltissimi, spesso vengono penalizzati. Dunque: il centro è di tutti, ma come si fa a soddisfare chi in centro ci abita o ci lavora? Il centro, di giorno, è giovanissimo. Un po’ perché i primi turisti - durante la settimana - sono gli scolari. Un po’ perché la zona pullula di scuole e università. In ordine sparso: Università Cattolica, Arici, Luzzago, Arnaldo, Tito Speri, Marconi, Conservatorio, Gambara, Artigianelli, Diaz. Ci studiano migliaia di ragazzi che vengono da fuori. Che spesso vengono portati in auto. Circostanza che porta al congestionamento di alcune strade. C’è chi, ad esempio, a gran voce chiede la pedonalizzazione di via Trieste.
A proposito: l’Eldorado di Brescia Antica si chiama parcheggio. Beato chi ce l’ha (e, se affitta o vende, lo fa pagare caro). La classica scena «di quartiere» vede protagonista l’abitante di turno che mette le quattro frecce sotto casa, porta sull’uscio la spesa, ridiscende, salta in auto e va a caccia di un buco. Brescia Antica ha anche, storicamente, un cuore buono. Dal 1899 esiste il dormitorio maschile della San Vincenzo, da 22 anni quello femminile. Rispettivamente hanno 44 e 13 posti letto. Offrono sollievo a chi è senza dimora.
L’ospitalità delle persone con disagio non genera attriti con gli abitanti. Stesso discorso per i 15 cittadini extracomunitari portati dall’Hotel Alabarda al Franciscanum. Prove di coesistenza ben riuscite.
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