Botticino, dopo 40 anni i Prati chiudono la Floricoltura

I rincari e la mancanza del cambio generazionale hanno fatto prendere questa decisione
Giuseppe, Grazia e Francesco Prati insieme ai genitori - © www.giornaledibrescia.it
Giuseppe, Grazia e Francesco Prati insieme ai genitori - © www.giornaledibrescia.it
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Mentre l’ultimo sole dell’anno tramonterà su via Gerre, diluendo i colori nel cielo fino a scioglierli tra i profili degli alberi che puntellano i campi intorno, a tramontare, in quella stradina sterrata di Botticino Mattina, sarà anche una storia lunga quarant’anni.

La Floricoltura Prati, per molti luogo fidato dove trovare piante, fiori, ortaggi e consigli, ma anche luogo che ha identificato un’intera famiglia, «i Prati, quelli delle serre», il 31 dicembre vivrà il suo ultimo giorno di attività. Nei suoi spazi, tra i tunnel zeppi di verde e di colore si sono mossi tre fratelli, Francesco, Grazia e, in supporto, Giuseppe che era docente al Pastori. E con loro, in estate, anche i figli «a guadagnarsi le vacanze».

  • Gli spazi della Floricoltura Prati di Botticino chiuderanno dopo 40 anni
    Gli spazi della Floricoltura Prati di Botticino chiuderanno dopo 40 anni
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  • Gli spazi della Floricoltura Prati di Botticino chiuderanno dopo 40 anni
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E proprio i tre ora ne esauriranno l’operato: «Tutto è cominciato nel 1982 - ripercorrono il volgersi della loro storia - quando, su 5 piò di terra di proprietà della famiglia, che a Mattina, in via Sott’Acqua, aveva trovato casa a fine Ottocento nella mezzadria dei Cazzago, abbiamo costruito i tunnel sotto ai quali far crescere piante stagionali e felci (arriveranno a produrne oltre 40mila l’anno, ndr), ortaggi e fiori distribuiti poi sul mercato, qualche anno più tardi, anche con l’adesione alla Flormercati».

Nel 1985, con la grande nevicata, 7 delle 8 serre vennero rase al suolo: «rischiammo di chiudere, ma ci fu una mobilitazione della gente del posto, commovente: senza chiedere nulla ci ritrovammo a spalare neve giorno e notte con una cinquantina di persone accorse ad aiutarci». Quell’affetto e quella vicinanza si sarebbero mantenute anche in altri momenti di difficoltà dovuti a grandinate, danni del maltempo e nella quotidianità: «mancheranno molto il rapporto con le persone, le chiacchiere, l’ascolto.

Salutiamo non senza rammarico, a tutti va il nostro grande grazie: purtroppo i rincari, arrivati anche al 120% sono insostenibili, il clima mutato ha reso tutto più difficile e manca il ricambio generazionale. Al netto di fatica e preoccupazioni, la Floricoltura ci ha dato tanto, ha cementato la famiglia, e questo rimarrà, insieme alla passione che ci ha sempre mossi». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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