Bossetti: «Io non sono un assassino, mettetevelo in testa»
Massimo Bossetti, nelle sue dichiarazioni spontanee al processo di appello per l'omicidio di Yara Gambirasio, ha detto di essere vittima «del più grande errore giudiziario di tutta la storia». Il muratore ha anche stigmatizzato il modo con cui fu arrestato: «C'era necessità di scomodare un esercito e umiliarmi davanti ai miei figli e al mondo intero?».
Ha poi aggiunto che, quando fu fermato nel cantiere in cui lavorava (e i momenti del fermo furono filmati) si sentì «una lepre che doveva essere sbranata da innumerevoli cacciatori». «Perché, perché, perché?» ha detto il muratore.
E girandosi verso il pubblico in aula per poi tornare ai giudici, ha detto: «Io non sono un assassino, mettetevelo in testa».
Ora non resta che attendere la decisione dei giudici della corte d'assise di Appello, riuniti dalle prime ore della mattinata in camera di consiglio, dalla quale usciranno con una decisione sul processo per l'omicidio di Yara Gambirasio per il quale Bossetti è stato condannato all'ergastolo in primo grado.
Il presidente, Enrico Fischetti, non ha dato tempi per la decisione. «Non abbiamo limiti», ha detto in aula.
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