Boom di evasori sulle corriere: quasi 1 passeggero su 3 non paga il biglietto
Un buco nero tutto da interpretare e comprendere, che cristallizza nel Bresciano la nascita di un fenomeno sociale pressoché sconosciuto prima dell’emergenza sanitaria e oggi tanto esteso al punto da doverci fare (letteralmente) i conti. È quello dei «portoghesi» a bordo degli autobus di linea della provincia, che oggi rappresentano quasi il 30% degli utenti bresciani del servizio.
Tra il settembre 2022 e il febbraio 2023 un passeggero su tre - secondo l’operatore Arriva, che gestisce il servizio extraurbano - è infatti salito sulle corriere bresciane senza pagare il biglietto. Il campanello d’allarme per l’azienda è risuonato da più parti già nei mesi scorsi: a fronte di un flusso dell’utenza che pareva essere tornata sugli stessi livelli dell’era pre-Covid (nessuna linea è stata infatti soppressa o rimodulata), risultavano invece calati del 45% gli abbonamenti annuali e del 20% quelli mensili. Gli introiti per la società, infine, dicevano meno 30% - pari a un danno di centinaia di migliaia di euro.
Non c’è voluto molto a capire dove stava la falla del sistema: paragonando il periodo settembre 2019-febbraio 2020 allo stesso intervallo temporale tra il 2022 e l’anno in corso l’evasione dei titoli di viaggio è risultata pari al 27%. Un dato monstre mai registrato prima negli storici del Bresciano.
L’analisi
«È partito tutto con il Covid - spiega il direttore operativo di Arriva Roberto Salerno -. Durante la pandemia la mobilità collettiva è stata molto penalizzata sia dal punto di vista dell’organizzazione sia dal punto di vista della fruizione dei servizi. L’utenza era intimorita di trovarsi in ambienti ristretti e questo ha inciso sul forte calo dell’utenza. Per fortuna nei primi due anni sono arrivati dei ristori per aiutare le aziende a superare il periodo di crisi. Ma con la fine della pandemia, a partire dal marzo del 2022, i livelli del servizio sono tornati quelli del 2019. Eppure sin da subito non abbiamo riscontrato un conseguente ritorno in termini di introiti da tariffa».
Secondo Salerno il dato bresciano di evasione è il record tra i servizi gestiti di Arriva in Italia: «Anche in Piemonte e in Val d’Aosta abbiamo registrato un incremento di morosità ma un calo così marcato non è presente in nessun’altra zona». I motivi dell’escalation, però, sono chiari solo in parte: da un lato potrebbe trattarsi della coda di una cattiva abitudine perpetrata in condizioni di emergenza; dall’altro potrebbero aver influito le difficoltà nel controllare i biglietti dei passeggeri da parte degli stessi addetti e dai conducenti.
«Durante l’emergenza coronavirus non era consentita la salita dalle porte anteriori, questo ha certamente influito sul comportamento opportunistico».
Il profilo
Dalle indagini della società dei trasporti si può anche risalire al profilo dei «portoghesi». Sembrerebbero soprattutto studenti «che non comprano più il biglietto né pagano abbonamenti». I controlli eseguiti in ambienti scolastici su un campione di oltre 6mila ragazzi tra aprile e maggio hanno riscontrato un’evasione del 17%, col 35% degli utenti che aveva un titolo di corsa semplice, obliterato solo in presenza del controllore.
Un fenomeno singolare e complesso da analizzare, specie se si sfogliano i dati di Brescia Mobilità sull’evasione dei biglietti di viaggio sui mezzi di trasporto in città. Nel 2022 la morosità media si ferma al 4,2% - dato che accorpa il 2,8% sulla metropolitana e il 5,5% sugli autobus.
I controlli
L’obiettivo di Arriva è quello di riportare, dopo corse e servizi, anche i pagamenti di biglietti e abbonamenti ai livelli pre-pandemici. Per arrivare a questo risultato e invertire la rotta negativa i controlli verranno intensificati a partire da settembre, con la riapertura delle scuole e il ritorno di migliaia di studenti bresciani a bordo dei bus della provincia, dalle Valli alla Bassa.
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