Bonus bebé, arrivano 27mila euro di risarcimenti
Con una sentenza depositata a gennaio, la vicenda del bonus bebè aveva registrato la settima sconfitta giudiziaria per la Loggia. La sezione Lavoro del Tribunale di Brescia aveva dichiarato «discriminatorio il comportamento del Comune» per la delibera 46 del 30 gennaio 2009, quella con la quale, dopo aver perso in Tribunale, revocava il bonus bebè sia agli italiani sia agli stranieri.
Nel dispositivo, il giudice ordinava all'Amministrazione «di cessare la condotta discriminatoria mediante il ripristino delle condizioni per il riconoscimento del beneficio economico nei termini già fissati con la delibera del 21 novembre 2008». Ovvero, il provvedimento con il quale la Loggia aveva deciso di versare mille euro a tutti i nuovi nati del 2008, a patto che fossero italiani e figli di genitori di nazionalità italiana. Ma il giudice aveva anche condannato l'Amministrazione a pagare a ciascuno dei quattro ricorrenti stranieri, 3mila euro «a titolo del risarcimento del danno non patrimoniale da discriminazione» e all'Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione che li affiancava, 15mila euro sempre per il risarcimento del danno da discriminazione.
Il risarcimento, ha annunciato martedì il segretario della Cgil di Brescia, Damiano Galletti, è arrivato sia ai quattro stranieri che all'Asgi. Galletti, affiancato da alcuni dei ricorrenti che hanno l'hanno ottenuto, Marian Warnakulasuriya e il marito Anton Kurera, e Arif Hossain, ha ricordato: «La condanna di gennaio è costata al Comune 37mila euro, tra risarcimenti e spese legali. Un esborso che va a sommarsi agli altri collegati ai precedenti pronunciamenti dei giudici».
La Giunta Paroli, aggiunge Galletti, «ha tempo fino al 6 aprile per presentare appello». Il segretario della Cgil ha ripercorso la vicenda: «In una prima fase, alcuni stranieri e due associazioni avevano convenuto in giudizio il Comune chiedendo che il giudice ordinasse all'Amministrazione di estendere il bonus anche agli stranieri, e ottenendo l'accoglimento del ricorso. Il Comune, a quel punto, aveva revocato il beneficio a tutti, motivando con l'impossibilità di perseguire la finalità di aiuto ai soli cittadini italiani, come si era proposto.
Un ulteriore ricorso da parte delle stesse persone aveva costretto il Comune a ripristinare il bonus per tutti. Poi si sono susseguiti ricorsi e giudizi fino alla sentenza depositata a gennaio. Nel frattempo, a tutte le persone che avevano fatto richiesta, è stato assegnato il bonus».
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